“Un dato bellissimo che non ci aspettavamo. Nonostante la Cina”.
Il presidente del Consorzio Prosecco Doc Stefano Zanette non trattiene la soddisfazione il giorno cui i dati Istat sull'export di Prosecco Doc e Spumante indicano un balzo a due cifre. Oltre ogni più rosea aspettativa. In un momento si dileguano i dubbi sulla tenuta della domanda estera e sulla possibilità che il Prosecco possa continuare la sua corsa sui mercati internazionali. Da gennaio a luglio 2019, l’export di Prosecco Dop è cresciuto in quantità del 9,8% a 1,67 milioni di ettolitri mentre lo Spumante (Prosecco Doc e Docg) è balzato del 10,9% a 1,4 milioni di ettolitri. Le esportazioni assorbono oramai circa il 70% della produzione. Ma il dato che dà l’assoluta certezza del trend è quello degli imbottigliamenti, grazie alla consegna dei contrassegni di Stato. Al 31 ottobre 2019 gli imbottigliamenti registrano una crescita del 4,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
“Si tratta di una bella crescita – ammette Zanette -. E tenuto conto dei tanti mercati a rischio, vedi Brexit e dazi, siamo soddisfatti del +17% dell'export negli Stati Uniti e del +4,3% nel Regno Unito. Poi il +37% in Francia ci lusinga: consideri che, per rispetto dello Champagne, non abbiamo condotto alcuna attività promozionale. La performance arriva dal contesto francese: il consumatore trova il Prosecco più easy dello Champagne”. Tra i mercati più piccoli, spicca il balzo del 69% della Polonia e il +51% della Repubblica Ceca. Il presidente del Consorzio sottolinea anche la rapida diversificazione dei mercati del Prosecco. Qualche anno fa l'80% dell'export era concentrato su 3 Paesi. Oggi sono una decina.
Ma come leggere il tonfo in Cina, il mercato del futuro per molti vini? -45% dell'export in 7 mesi non compensato dal +24% di Hong Kong. “Ci spiace molto – si rammarica Zanette -. Ci abbiamo ragionato per un bel po’. Per anni abbiamo spinto sull'abbinamento della cucina cinese con il Prosecco, ma la strada si è rivelata sbagliata. Ora è meglio puntare sull'intrattenimento e sulla convivialità”. Forse dall'anno prossimo i produttori potranno contare anche sul Prosecco Rosé: alcuni analisti si spingono ad ipotizzare fino a 60 milioni di bottiglie in più. “Abbiamo avviato l'iter alle Regioni. Ora dovrà intervenire il ministero delle Politiche agricole. Non so però se il Rosé ci farà crescere o attiverà un processo di erosione – scherza Zanette – ma sarà un'opportunità in più”.
Nel 2018 il Prosecco Doc ha prodotto 464 milioni di bottiglie, 24 milioni in più dell’anno prima. E quest’anno qual è il bilancio dell'ultima vendemmia? Il presidente del Consorzio stima una produzione di 3,9 milioni di ettolitri, in crescita di circa 300 mila ettolitri rispetto al 2018 che però contava anche sulla riserva vendemmiale. La produzione reggerà alla crescita della domanda? “Sì, tranquillamente – risponde Zanette -. Stimiamo per il 2020 una crescita compresa nel range del 5/7% compreso lo sblocco dello stoccaggio”.
Emanuele Scarci