Prezzi record per l'uva sull'Etna. Nerello Mascalese ad un euro, anche un euro e 20 centesimi al chilo e il Carricante è quasi introvabile. Chi ce l'ha se lo tiene stretto.
Nella zona di Milo il prezzo supera i due euro al chilo. Quotazioni mai viste sul vulcano. Almeno negli ultimi decenni. E la crescita record è il segno che qualcosa è cambiata e sta continuando a cambiare. È tempo di compravendite di uva un po' dappertutto. Nonostante il fatto che per l'Etna la vendemmia sia ancora un po' lontana le trattative sono già partite: si fatica a trovare uva a bacca bianca. Naturale che i prezzi salgano così vertiginosamente. Facendo un rapido calcolo rispetto all'anno scorso un chilo di nerello mascalese vale più o meno allo stesso modo, circa un euro, anche un euro e 20 centesimi quella del versante nord contro gli 0,90 al chilo del 2017. Più significativo il rialzo del Carricante che quest'anno va sui due euro, due euro e mezzo al chilo quando l'anno scorso è stata quotata attorno all'euro e cinquanta centesimi al chilo. A conti fatti un aumento del 25-30 per cento per il Nerello ed un aumento superiore – in alcuni casi – del 50 per cento del Carricante. “C'è una ragione – prova a spiegare Antonio Benanti, fresco di nomina alla presidenza del consorzio dell'Etna Doc – Di Carricante ce n'è poco mentre la domanda è in forte crescita e comunque credo che l'entrata in produzione di decine e decine di ettari impiantati negli ultimi due-tre anni con questo vitigno potrebbero rallentare la corsa ai prezzi. Uso il condizionale perché molte previsioni sull'Etna sono saltate. Il territorio sta vivendo un momento di grande appeal e pertanto non mi meravigliano i prezzi di quest'anno”.
Facciamo un rapido calcolo: tre ettari di Carricante di alta qualità e con una resa di 70 ettari (ma il disciplinare consente fino a 90 quintali) per ettaro e l'uva venduta a due euro al chilo porterebbero nelle tasche di un viticoltore oltre quarantamila euro. Non male per un territorio del vino collocato nell'estremo sud d'Italia soprattutto se confrontato con quello che succede nel resto della Sicilia. C'è solo da chiedersi se tutto questo è frutto di una bolla o il risultato di una crescita dovuta esclusivamente alla crescita del peso specifico del territorio. Il tempo darà le risposte.
C.d.G.