Etna Doc, tutte le cifre del vino imbottigliato con quattro annate a confronto.
Vola la produzione e porta ad oltre quattro milioni e mezzo il numero di bottiglie a denominazione di origine controllata recuperando il gap provocato dall’emergenza sanitaria e conseguente calo di produzione nel 2020. Ma soprattutto balza agli occhi il boom dell’Etna Doc Bianco.
Se nel 2018 le bottiglie erano poco più di un milione, nel 2021 sono state quasi un milione e mezzo, cresciute quindi del 50 per cento in quattro anni. I rossi da 2.138.000 sono passate a 2.427.000, un aumento del 15 per cento circa con un calo vistoso di 23 mila ettolitri tra il 2019 e il 2020 e una ripresa nell’anno appena passato.
A dimezzarsi è anche la quantità di Etna Bianco Superiore (che può essere prodotto nel solo territorio di Milo) tra il 2019 e il 2020 salvo poi avanzare a 446 ettolitri l’anno scorso. Il resto vede l’interessante exploit degli spumanti a marchio Doc, tipologia introdotta dal disciplinare solo nel 2018 come è possibile evincere dalla tabella con numeri assoluti molto inferiori al resto.
E poi c’è il rosato, una tipologia a cui i produttori del vulcano cominciano a credere sempre di più anche se si registra una battuta d’arresto di poche centinaia di ettolitri nel 2021. “Tutto questo avviene con un patrimonio viticolo che nel 2020 è di 1.118 ettari, in attesa del dato del 2021. In ogni caso è evidente che l’Etna Doc tira e recupera il calo del 2020 causato dall’emergenza sanitaria”, dice con una punta di soddisfazione Maurizio Lunetta, riconfermato da pochi giorni direttore del consorzio adesso guidato dal nuovo presidente Francesco Cambria di Cottanera. Adesso la sfida passa ai mercati e alla capacità di vendere bene in Italia e nel resto del mondo i vini del vulcano più alto d’Europa.
C.d.G.