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Scenari

Etichettatura irlandese, arriva l’esposto alla Commissione europea

17 Maggio 2023
Parlamento Europeo Parlamento Europeo

Federvini, la Federazione Italiana Industriali Produttori, Esportatori ed Importatori di Vini, Acquaviti, Liquori, Sciroppi, Aceti ed affini, si appresta ad inviare un esposto formale alla Commissione europea in merito alla incompatibilità con il diritto comunitario della normativa sull’etichettatura di vini e spiriti proposta dall’Irlanda. Il reclamo di Federvini, in linea con le valutazioni presentate dalle associazioni europee del comparto – Comité Vins e spiritsEurope – esprime l’evidente incompatibilità delle norme irlandesi con l’attuale disciplina unionale in materia di presentazione e di corretta informazione al consumatore. Le misure irlandesi rappresentano per di più un impedimento sproporzionato ed ingiustificato alla libera circolazione delle merci all’interno del territorio comunitario, in aperto contrasto alle disposizioni degli articoli 34 e 36 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Una sostanziale minaccia al mercato unico determinata da una scelta unilaterale dell’Irlanda che rischia di creare un ostacolo commerciale.

L’esposto di Federvini segue di una settimana la scadenza dei termini per l’inoltro di commenti sulla normativa irlandese in sede di Omc (Organizzazione Mondiale per il Commercio), che ha visto Paesi quali Australia, Canada, Cuba, Messico, Nuova Zelanda, Regno Unito, Repubblica Dominicana e Stati Uniti presentare proprie osservazioni che saranno approfondite in occasione del tavolo sul Tbt (Technical Barriers to Trade) in programma nel mese di giugno. Inoltre, gli aspetti critici di incompatibilità con la legislazione europea erano stati già evidenziati da numerosi Stati membri dell’Unione (Italia, Francia, Germania, Spagna, Danimarca, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Portogallo, Romania, Slovacchia, Grecia, Polonia e Lettonia) nel corso della procedura di notifica Tris svoltasi nell’ultimo quadrimestre dello scorso anno. Una mobilitazione internazionale forte anche dell’intervento del Governo italiano, in particolare in virtù dell’azione diplomatica condotta dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare.

“Non distinguendo de facto tra abuso e consumo responsabile di alcol, la normativa irlandese rischia di non informare correttamente i consumatori e di danneggiare il nostro settore produttivo su scala europea, aggravando ulteriormente gli oneri a carico delle imprese produttrici che dovrebbero adottare una etichettatura ad hoc per il mercato irlandese. Nel considerare prioritario l’obiettivo di contrastare il fenomeno di abuso di alcol riteniamo altresì cruciale promuovere in primis una corretta educazione al bere moderato – ha commentato Micaela Pallini, Presidente di Federvini – L’esposto formale che invieremo alla Commissione europea rappresenta ad oggi una scelta obbligata, di fronte all’inazione delle autorità comunitarie che pure avevano recentemente espresso perplessità sulla ammissibilità della proposta dell’Irlanda. Auspichiamo che finalmente si prenda coscienza dei limiti dell’iniziativa e si prosegua invece in direzione della definizione di un quadro normativo coerente e armonico a livello europeo”.

Uiv: "Bene l'esposto contro l'etichetta sanitaria dell'Irlanda"

“La fuga in avanti dell’Irlanda rischia di aprire il campo a una babele informativa all’interno dell’Unione europea. Siamo pronti a discutere un nuovo sistema di etichettatura del vino, ma solo se questo è condiviso in ambito Comunitario. Per questo condividiamo la richiesta, da parte del Comitato europeo delle imprese del vino (Ceev), di presentare una denuncia alla Commissione Europea contro l’Irlanda, anche alla luce dei pareri contrari alla condotta di Dublino espressi in sede di Wto da parte di 8 Paesi Extra-Unione europea”. Lo ha detto il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, commentando i reclami annunciati oggi dal Comité vins europeo contro l’etichetta con avvertenze sanitarie portata avanti dal Paese membro.

“La vicenda irlandese – ha aggiunto Frescobaldi – è nata male anche a causa del silenzio-assenso della Commissione Unione europea e nello specifico della sua Dg Sante, determinando di fatto una distorsione di un principio fondativo dell’Unione come quello della libera circolazione delle merci nel mercato interno. Uiv evidenzia infine ancora una volta come il vino non sia responsabile del problema dell’alcolismo in particolare in Nord Europa. È proprio nei Paesi a maggior consumo di vino che si registrano, infatti, i minori tassi di alcolismo”.