L’allarme del primo cittadino di uno dei tre comuni dell’isola di Salina sulla carenza di pesci: un segnale da non trascurare. Appelli al ministero per attivare un tavolo tecnico. “Anche il sindaco di Lipari prenda una decisione”
di Stefania Petrotta
Abbiamo incontrato Clara Rametta, sindaca di Malfa, uno dei tre comuni dell’isola di Salina in provincia di Messina, durante un press tour, “Destinazione Salina”, organizzato nell’autunno appena concluso dall’Associazione Salina Isola Verde che da quasi 15 anni si occupa della promozione del turismo ponendo particolare attenzione agli aspetti culturali e naturalistici del territorio. Tre giorni alla scoperta dell’isola in un progetto che è riuscito a mettere in rete le diverse realtà che operano a Salina, dagli albergatori ai ristoratori, dai produttori agli enti pubblici. Fulcro del press tour il convegno “La sostenibilità in mare, la sostenibilità nel piatto e la legalità della pesca” a Palazzo Marchetti realizzato insieme alle associazioni Aeolian Islands Preservation Foundation, Blue Marine Foundation e Donne di Mare che lavorano per sostenere la piccola pesca sostenibile, ripristinare la risorsa ittica, ridurre l’inquinamento e proteggere le specie e gli habitat marini più vulnerabili.
E proprio in occasione di questo convegno, abbiamo avuto la possibilità di chiacchierare con il sindaco Rametta che da anni si batte per scelte orientate all’etica e alla sostenibilità ambientale, come nella decisione di rendere il comune di Malfa “plastic free” o nell’impiantare le colonnine di ricarica per le auto elettriche. “Noi siciliani – lamenta Rametta – abbiamo per cultura una lentezza atavica nel recepire i cambiamenti. Nelle isole è tutto amplificato. Sento continuamente dire che il territorio non è pronto e la frase che mi sento rispondere più spesso è “ora vediamo”. Invece io sono da sempre sostenitrice dell’agire repentinamente. Oggi, con la mia giunta, stiamo portando avanti una battaglia per istituire un’area marina protetta delle Eolie, un discorso di cui si parla da trent’anni. Ritengo che sia arrivato il momento e che debba avere la precedenza su qualsiasi altra iniziativa perché sappiamo tutti i problemi che ci sono legati al mare e alla sostenibilità marina. Non ci sono più pesci, voi lo sapete che ad un certo punto quest’estate non si trovava più neanche un totano? Quindi occorre urgentemente prendere una decisione”.
La situazione non è semplice. Da un lato, perché l’isola fa parte dell’arcipelago delle Eolie e quindi sarebbe auspicabile che la richiesta partisse dall’isola maggiore, Lipari, che tra l’altro è il comune di riferimento di tutte le altre isole, eccezion fatta per Salina in cui, altra problematica, ci sono ben tre comuni con tre amministrazioni diverse che dovrebbero concordare insieme l’azione. Insomma, quello che il primo cittadino di Malfa chiede a gran voce al Ministero dell’Ambiente è un tavolo tecnico attorno al quale riunire i tre sindaci di Salina per poter valutare insieme se il progetto sia fattibile e in che modo. “Il Ministero – spiega – non si muove perché la richiesta deve partire dal territorio. Il territorio non si muove per tutta una serie di problematiche e allora io, a livello provocatorio, perché mi rendo conto che da sola non è che possa andare a smuovere il mondo, ho cominciato a mandare delle lettere di sollecito al Ministero, ovviamente previa delibera della giunta, affinché venga predisposto questo benedetto tavolo tecnico. Di base quello che chiedo è che venga fatto partire il progetto pilota, così come già fatto in precedenza nel caso delle Isole Pontine, per fare un esempio, che coinvolga intanto l’isola di Salina che forse è più pronta in questo momento e, a seguire, le isole più piccole come Alicudi, Filicudi, Panarea che hanno meno problematiche. Io mi rendo conto dei problemi del sindaco di Lipari perché la mentalità del liparoto è diversa da quella del salinese. Quest’ultimo è più sensibile alle problematiche ambientali perché viene da un’esperienza trentennale della Riserva naturale delle Montagne delle Felci e dei Porri. In aggiunta, anche il turismo nelle due isole è differente: a Lipari si riversa un turismo più di massa, mentre a Salina arriva il turista appassionato di ambiente, anche grazie alla proposta di una sentieristica che invoglia a conoscere da vicino l’isola e a scoprirla nel pieno rispetto del territorio. Che poi è la strada che da qualche tempo hanno preso anche le isole minori. Quindi io lo capisco che il sindaco di Lipari abbia grosse difficoltà, nonostante immagini che anche lui creda nel progetto. Ma allora intanto partiamo noi e poi sono sicura che tutto l’arcipelago ci seguirà”.
Al momento, attraverso la volontà di creare nel più breve tempo possibile un comitato promotore per l’Area Marina Protetta di Salina, si procederà ad informare cittadini, categorie produttive e pubbliche amministrazioni circa le aree marine protette, la loro costituzione, la tempistica e le modalità, le opportunità socio-economiche che una situazione del genere offrirebbe. Anche una grossa fetta della comunità dei pescatori è a favore del progetto, grazie al lavoro di sensibilizzazione e promozione della pesca sostenibile che le associazioni che affiancano Malfa in questo percorso. Inoltre, a seguito della creazione del comitato, partirà una raccolta firme che coinvolgerà tutti i cittadini dell’isola al fine di richiedere l’istituzione dell’area marina protetta. “A Salina ci sono quasi 2.500 abitanti quindi non è difficilissimo raccogliere le firme. Il percorso da fare è questo per poter partire. Dopo, dagli studi e dagli incontri, verrà fuori che tipo di situazione vogliamo, se è più adeguata un’area marina protetta o un parco nazionale. In ogni caso bisogna che si proceda subito. Tante volte mi viene risposto “magari fra dieci anni”, ma quali dieci anni? Le cose vanno fatte subito, il mondo cammina, non possiamo aspettare, dobbiamo prendere i treni e salirci di corsa, già ne abbiamo perso tanto di tempo. Io provoco, intanto qualcuno si dovrà pur muovere”.