“L’enoturismo è una parte particolarmente attrattiva della proposta agroalimentare italiana. Il 17esimo rapporto sul turismo del vino dell’Associazione Città del Vino stima che per tornare ai livelli pre-Covid bisognerà aspettare ancora due anni, cercheremo di accelerare questa previsione”.
Lo ha dichiarato il ministro delle politiche agricole, ambientali e forestali Stefano Patuanelli, intervenuto in video alla tavola rotonda su ‘Enoturismo come difensore delle diversità e biodiversità’, in corso a Palazzo Vecchio. “La stagione estiva – ha sottolineato – ha registrato una maggior presenza di italiani rispetto agli stranieri, mancano gli accessi dagli altri paesi (per il Covid) ma sicuramente è stata una stagione migliore rispetto al 2020. L’enoturismo è una realtà che non è ancora diffusa in modo omogeneo lungo tutte le aree vinicole della penisola, la Toscana ancora oggi è considerata la meta più attrattiva sia per l’enoturista italiano (lo afferma il 52,69%) che per quello straniero (60%)”.
Patuanelli ha poi ricordato che “il decreto ministeriale sull’enoturismo del marzo 2019 è stato recepito oggi solo da cinque Regioni, la Toscana è stata la prima. Occorre che le regioni siano consapevoli che è quantomeno urgente procedere su questa strada per facilitare la ripresa del settore e delle aree rurali. E’ necessario che le aziende vitivinicole italiane si sviluppino in maniera quanto più armonica in termini di enoturismo ma anche su sostenibilità, ospitalità e innovazione per rimanere competitive a livello nazionale e internazionale”. Su questo “l’inserimento delle comunità rurali è fondamentale. La multidisciplinarità dell’enoturismo – ha concluso – è certamente un potenziale freno per lo sviluppo del settore: è necessario condividere a tutti i livelli gli obiettivi e le strategie, per definire una visione omogenea del territorio dei servizi”.
C.d.G.