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Scenari

Enoturismo, in Italia si gioca tutto su due fattori chiave

18 Luglio 2019
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Nella scelta della meta del viaggio, il 59% dei turisti italiani valuta come importante o importantissima la presenza di un’offerta enogastronomica e di esperienze tematiche. 

E' quanto emerge dal Rapporto sul Turismo Enogastronomico italiano 2019 a cura di Roberta Garibaldi (altri dettagli in questo articolo>). Ulteriori elementi considerati nel processo decisionale sono la qualità delle produzioni (indicato come importante dal 54% dei viaggiatori), la sostenibilità di strutture ed eventi (50%), e la disponibilità di prodotti biologici (46%). I risultati sono in linea con quanto riscontrato lo scorso anno nel rapporto 2018. L’enogastronomia viene quindi a configurarsi come un elemento di interesse trasversale e che possiede una sua capacità attrattiva potenzialmente in grado di di influenzare le scelte di viaggio dei turisti italiani. Tuttavia, nel caso tale scelta sia in origine orientata verso una meta enogastronomica, questo aspetto viene contemplato e valutato insieme ad altri elementi. I più rilevanti risultano essere la bellezza del luogo da visitare, la sua cultura e le tradizioni (indicati rispettivamente dal 51% a dal 45% dei turisti). A ciò si aggiungono la presenza di attrazioni naturali (28%) e la qualità del paesaggio (26%). È comunque importante sottolineare che i turisti propendono verso mete che propongono degustazioni di un’ampia varietà di prodotti del luogo, visite ai luoghi di produzione e itinerari con tematismi differenti. Le esperienze enogastronomiche hanno motivato i turisti italiani a compiere un’escursione in giornata, non solo un viaggio con pernottamento. Il recarsi in un ristorante per mangiare piatti tipici, la visita a mercati e gli eventi sono risultate le esperienze che più hanno spinto a compiere gite giornaliere.

“Oggi è ormai un’evidenza condivisa che il turismo enogastronomico è un segmento turistico in forte ascesa e fra i più dinamici – dice Roberta Garibaldi – Numerosi sono gli studi e i convegni sul tema che ne sottolineano la crescente importanza, con la stessa Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) che organizza dal 2015 conferenze annuali volte ad approfondire le diverse sfaccettature di questa pratica turistica. Nonostante l’ampio dibattito, l’affermazione e la costante evoluzione di questo segmento turistico rende l’attuale conoscenza deficitaria. Appare sempre più fondamentale comprendere le dinamiche della domanda così come dell’offerta, e dotarsi di strumenti in grado di coglierne i cambiamenti e indicare le possibili strategie”.

Da qui nasce la seconda edizione del “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano”, lavoro che restituisce un quadro aggiornato della situazione nel nostro Paese nell’intento di fornire alle istituzioni e agli operatori del settore uno strumento di supporto nelle decisioni di politica turistica e allo sviluppo di proposte in grado di soddisfare il turista contemporaneo. La prima sezione è interamente dedicata alla presentazione del comportamento dei turisti italiani e della loro attitudine a partecipare ad esperienze enogastronomiche in viaggio, con approfondimenti specifici su vino e birra e ai differenti profili del turista. La seconda sezione contiene dati statistici relativi alle diverse componenti dell’offerta eno-gastroturistica italiana, offrendo uno spaccato della situazione a livello regionale. “Vorrei evidenziare – aggiunge Roberta Garibaldi – che spesso il termine “turismo enogastronomico” viene utilizzato erroneamente o in modo aspecifico. Seppure contenga al suo interno diverse sfumature, possiamo dire che “turismo enogastronomico” è un viaggio dedicato alla scoperta dei sapori locali che porta ad acquisire il senso del luogo. Non è quindi il semplice acquisto di prodotti locali o il mangiare piatti tipici. E' un turismo di esperienza, che dal cibo, dal vino, dalla birra, conduce ad una maggiore consapevolezza del luogo e della sua identità. E il “turista enogastronomico” è un turista che ha svolto almeno un viaggio con pernottamento di cui l’enogastronomia ha rappresentato la principale ragione di viaggio”

C.d.G.