I viticoltori toscani tornano ad esprimere la forte preoccupazione per la gestione del problema degli ungulati.
“Nonostante la Regione si sia dotata di una buona legge con precisi obiettivi di riduzione della presenza di queste specie nelle nostre campagne, e nonostante le associazioni venatorie si siano formalmente impegnate a fare la propria parte, la situazione purtroppo non è sostanzialmente cambiata”, scrive l'associazione Avito che rappresenta circa 5mila aziende vitivinicole e il 70 per cento della produzione vinicola toscana. “L'unica novità è il fiorire di polemiche con il consueto rimpallo di responsabilità. C'è chi accusa la Regione, chi accusa i cacciatori e, nel frattempo, i piani di abbattimento restano al palo, mentre in molte aree la situazione si è ulteriormente aggravata”.
Il principale ostacolo a una riduzione del problema ungulati, dicono gli imprenditori agricoli è rappresentato “dai pareri dell’Ispra sui piani di intervento programmati dalle Atc e dalla Regione, pareri che puntualmente, e senza possibilità di errore, riducono di almeno il 50 per cento il carico di abbattimenti previsto. Per chi non lo sapesse, Ispra è l’ente deputato dalla legge nazionale a emettere pareri sui piani di controllo della fauna; nondimeno però, si comporta ed agisce come se fosse il depositario assoluto di un potere di veto che tuttavia la legge non gli riconosce. A nostro avviso la Regione, in forza della sua autonomia e del suo prestigio istituzionale, dovrebbe una volta per tutte accettare questa realtà dei fatti, assumendosi finalmente la responsabilità di superare i veti dell’Ispra e usufruendo, magari, di autorevoli pareri di istituti scientifici regionali i quali, più vicini al territorio, conoscono meglio la realtà locale e sono quindi in grado di individuare le soluzioni più efficaci”
Il Consiglio Regionale lo scorso 14 settembre ha approvato una mozione che impegna la Giunta ad avvalersi dei pareri di istituti scientifici regionali, ed un analogo appello è stato avanzato lo scorso 26 settembre dall’Atc di Siena attraverso un comunicato stampa. Avito non solo condivide la mozione del Consiglio Regionale e le posizioni dell’Atc di Siena, ma le considera “un passo indispensabile per dare risposte concrete ad un settore che non può più permettersi il “lusso” di allevare ungulati per soddisfare le ambizioni di un Istituto che non guarda al di là del proprio naso”.
Avito ricorda che i danni crescenti procurati dagli ungulati (facilmente verificabili da chiunque non abbia i paraocchi) mettono a rischio la sopravvivenza di moltissime aziende vitivinicole, e con loro anche migliaia di posti di lavoro. “Per gli addetti ai lavori non è un mistero – continua l'associazione – che molte componenti del mondo venatorio stiano attuando un latente ostruzionismo all’attuazione della legge, con il malcelato obiettivo di dimostrarne l’inutilità. È un comportamento inaccettabile, con il quale si rifiuta di prendere atto di una situazione andata oramai ben oltre il livello fisiologico”. Conclude Avito: “L’agricoltura e la viticultura sono assi portanti dell’economia e dell’immagine della Toscana, che non possono dipendere dagli opachi interessi di corporazioni che ritengono di essere al di sopra della legge e del bene comune”.
C.d.G.