Emergenza ungulati in vigna. Il Consorzio Vini Cortona lancia un grido di allarme e lo fa con una missiva indirizzata nei giorni scorsi all'assessore all'agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi.
“A vendemmie quasi finite siamo a tirare le somme e i danni vengono al pettine – spiega Marco Giannoni presidente del consorzio Vini Cortona che dal 2000 tutela con grandi sforzi l'unica denominazione del territorio – L'opera devastatrice di cinghiali, caprioli e anche di storni ci sta mettendo in ginocchio. La popolazione di queste specie è ben superiore a quella che il territorio può sostentare”.
I produttori spiegano che i cinghiali oltre al danno diretto, mangiare o rovinare l'uva, spesso distruggono in maniera grave anche la pianta. I caprioli, oltre al frutto, brucano l'apparato fogliare compromettendo la qualità dell'uva e la vita della pianta. La soluzione di recinzioni non è economicamente praticabile e spesso nemmeno realmente risolutiva. Perché oltre agli ungulati le aziende vitivinicole devono vedersela con gli attaccati degli storni. Nuvole di questi volatili oscurano il cielo posandosi sulle viti cibandosi dell'uva con danni addirittura superiori ai cinghiali. Infatti oltre agli acini che mangiano o asportano, rompono la buccia delle bacche da cui parte l'infezione delle malattie crittogame che poi si diffondono. “Siamo coscienti che il problema sia complesso per vari motivi ed interessi, ma siamo altrettanto coscienti che non possiamo rimanere passivi di fronte alla distruzione del nostro sostentamento. Solo nel nostro territorio esistono una trentina di aziende vitivinicole con varie centinaia di addetti, oltre l'indotto. Non è pensabile che un'azienda possa sostenere danni che superano il 30% ogni anno”.
I produttori ribadiscono anche che l'emergenza ungulati non è solo legato all'agricoltura ma anche alla sicurezza pubblica. Le segnalazioni di attraversamenti incontrollati e gli incidenti sulle strade del territorio cortonese, in alcuni casi anche mortali, si sommano. “Non possiamo sempre sperare nella Provvidenza Divina”, spiega ancora il presidente Giannoni. “Apprezziamo gli sforzi fatti fino ad oggi ma dobbiamo prendere atto del fatto che, di fronte all'evidenza dei fatti, quanto è stato fatto è del tutto insufficiente. Nostro compito è coltivare bene le vigne, produrre vino, commercializzarlo, dare sostentamento alle nostre famiglie e a quelle dei nostri collaboratori. Crediamo che l'amministrazione debba fare la sua parte e darci strumenti idonei ed efficaci a tutelare i frutti del nostro lavoro. Si deve salvaguardare la sicurezza dei cittadini, l'economia di un intero settore e di un intero territorio e di un ecosistema ormai al collasso. Servono soluzioni incisive anche se drastiche”.
C.d.G.