Dare attuazione, già dalle prossime ore, alla mappatura dei fabbisogni di lavoro agricolo, prevista come azione prioritaria nel Piano triennale di prevenzione e contrasto al caporalato.
Per fronteggiare l’assenza di manodopera già registrata nelle campagne, incrociando in modo trasparente e legale domanda e offerta di lavoro e, urgenza indifferibile, prevenire “l’emergenza umanitaria che rischia di determinarsi negli insediamenti informali affollati di persone che oggi non lavorano e sono a rischio fame”. Così dai microfoni di Radio24, il ministro Teresa Bellanova, con una lettera già sui tavoli dei ministri Luciana Lamorgese e Nunzia Catalfo, parla di obiettivi precisi: fare di tutto “per mantenere il tessuto produttivo vivo, sicuro, stabile” e perché negli insediamenti informali non si determini una “gravissima emergenza sanitaria”.
Nel sottolineare che la “filiera agroalimentare sta assolvendo ad un compito per nulla semplice, assicurando anche in questi giorni la continuità degli approvvigionamenti, mettendo in campo le misure di sicurezza necessaria”, Bellanova rileva la necessità di un intervento urgente e congiunto per “fare i conti con un significativo problema di assenza di manodopera nei campi. Tema che assumerà dimensioni ancora maggiori tra poche settimane, quando molti prodotti ortofrutticoli andranno a maturazione. Il lavoro condiviso sul Piano triennale di prevenzione e contrasto al caporalato – dice la Bellanova – può consentire di avanzare al meglio, ma serve uno sforzo e un coraggio che siano all’altezza della sfida che abbiamo davanti”. Per questo “già nelle prossime ore – scrive – vorrei iniziare a dare attuazione alla mappatura dei fabbisogni di lavoro agricolo”.
Il fine è evidente: fronteggiare la diminuzione delle presenze attuali per “compensare il probabile calo degli arrivi di lavoratori stagionali stranieri dall’estero”, impedire l’emergenza sanitaria ed umanitaria che rischia di determinarsi in “insediamenti informali pieni di persone che oggi non lavorano e sono a rischio fame”. Sconfiggere il caporalato: “Dobbiamo lavorare contro i caporali e per gli agricoltori”. Chi “non esce dal ghetto oggi per paura – riflette Bellanova – uscirà domani per cercare cibo. Lo farà senza alcuna forma di protezione per la propria salute. Si tratterà quindi di un problema umanitario, sanitario e di ordine pubblico. Non possiamo aspettare ancora. Per risolvere questa emergenza. E’ necessario procedere speditamente per incrociare l’offerta e la domanda di lavoro, e dare dignità ai più deboli. È un fatto di umanità, di giustizia. C’è offerta di lavoro, ci sono le strutture di accoglienza lasciate vuote, ma non c’è manodopera. Dobbiamo pensare insieme un meccanismo di regolarizzazione, magari a fronte della sottoscrizione di contratti regolari che oggi sarebbero disponibili in agricoltura”.
Un meccanismo trasparente che potrebbe estendersi anche ai lavoratori stagionali a rischio nel settore turistico e in altri comparti, perché “possano valutare l’opportunità di lavorare nel settore agricolo e agroalimentare”, segnalando anche la necessità di un approfondimento su quanto le organizzazioni dei datori di lavoro agricoli affermano in merito alla complessità nell’utilizzo dei voucher così come regolamentati oggi.
C.d.G.