(Aldo Lorenzoni e Oscar Farinetti)
Eataly, la catena di negozi del Made in Italy di alta gamma, a luglio, in occasione del “mese del fuoco” ha scelto di ospitare il format Volcanic wines nelle prestigiose sedi di Milano, Roma e Torino.
L'iniziativa, coordinata dal Consorzio del Soave, ha visto la partecipazione di 21 aziende e sottolinea il valore di questo progetto, legato al tema del Vulcano, in termini di comunicazione e valorizzazione territoriale. Si tratta di un risultato significativo che giunge dopo sei anni di impegnativo lavoro da parte del Consorzio del Soave, che ha coordinato anche la fondazione dell'associazione delle Doc Vulcaniche. Un progetto che ottiene adesso in Italia uno spazio importante dopo il forte interesse suscitato all'estero, in primis al prestigioso Institute of Master of wine di Londra.
Per garantire una coerenza tematica per tutto il mese di luglio nelle sedi di Eataly di Milano, Roma e Torino, sono stati ideati menù ispirati al fuoco, e quindi piatti preparati alla brace o alla griglia, proposti poi in abbinamento a vini nati esclusivamente da suolo vulcanico.
“Il successo di iniziative come quella appena conclusa nelle sedi italiane più rappresentative di Eataly – sottolinea Arturo Stocchetti, presidente del Consorzio di tutela – dimostra come il Vulcano, oltre a rappresentare una vera e propria “spina dorsale” in grado di collegare tutta l’Italia del vino, sia una chiave di comunicazione chiara e vincente in grado di fare breccia tra i consumatori, sia esperti che neofiti”.
Il cibo nasce dalla terra e la terra, per essere fertile, ha bisogno di aratri. Il vulcano è uno di questi. E i numeri sono di tutto rispetto. I suoli costituiti o originati da vulcanoclasti ricoprono circa 124 milioni di ettari nel mondo. in termini di paragone, rappresentano 4 volte la superficie dell’Italia e 20.000 volte la superficie di vigneto iscritta alla Doc Soave. Questa tipologia di suoli ricopre quindi circa l’1% della superficie della Terra, fornendo però sostentamento al 10% della popolazione mondiale: questo dato meglio di molte parole esprime in maniera chiara il concetto di “fertilità” spesso attribuito alla terra dei vulcani in tutto il mondo. I suoli vulcanici sono distribuiti prevalentemente lungo i bordi delle placche tettoniche o in loro prossimità. Tra le principali zone vitivinicole mondiali costituite quasi interamente da questo tipo di suoli possiamo elencare Napa Valley (California), Casablanca Valley (Cile), Santorini (Grecia), Rias Baixas (Spagna), Isole Azzorre (Portogallo), Alture del Golan (Israele), Yarra Valley (Australia). In Italia i principali distretti produttivi di questo tipo si trovano nel Soave, nella zona del Vesuvio e dei Campi Flegrei in Campania, sull’Etna e a Pantelleria in Sicilia, oltre che nella zona del Frascati e del viterbese nel Lazio.
Per quanto concerne l’Italia, presa nel suo complesso, la superficie vitata su cui insistono le doc di origine vulcanica ammonta a 17.050 ettari, per una capacità produttiva di 1.262.923 ettolitri di vino, che in termini di bottiglie corrispondo a 150 milioni di bottiglie.
C.d.G.