Se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 40 per cento ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola.
È quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla stima di Ismea-Uiv che prevedono una produzione nazionale di vino attorno a 47 milioni di ettolitri (+12%) che consentirebbe all’Italia di conquistare la leadership mondiale grazie al sorpasso con la Francia dove il raccolto è stimato in calo dell’uno per cento a 46,5 milioni di ettolitri. Ci sono le condizioni per una annata da ricordare nel settore del vino che ha fatto segnare un valore record nelle esportazioni con un incremento del 6 per cento in valore, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relative ai primi 5 mesi del 2015. Le condizioni climatiche con il grande caldo hanno accelerato i processi e – precisa la Coldiretti – anticipato la raccolta alla prima settimana di agosto classificandola come la seconda più precoce dal dopoguerra, seconda solo a quella del 2003, l’anno di una storica siccità, quando iniziò il 2 agosto. In Italia la vendemmia è partita con le uve Pinot e Chardonnay in un percorso che – precisa la Coldiretti – proseguirà a settembre ed ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e che si concluderà addirittura a novembre con le uve di Aglianico e Nebbiolo e Nerello. Molto dipenderà dalle prossime settimane in cui si inizierà a raccogliere la maggioranza delle uve e dall’andamento climatico del settimane precedenti la raccolta. In ogni caso – conclude la Coldiretti – lo stato fitosanitario dei vigneti è in tutta Italia ad oggi molto buono con assenza di situazioni di criticità e la qualità attesa è ottima.
C.d.G.