(Francesco Cambria)
di Francesca Landolina
“Contrade dell’Etna è diventato ormai un evento importante e di forte attrazione. Il format dell’ultima edizione, con l’articolazione in due giornate, funziona, ma ci sono ancora alcuni limiti da superare. Credo comunque che ci sia la necessità di affiancarvi un secondo evento etneo che sia più in linea con i tempi del territorio”.
Questo il parere di Francesco Cambria titolare, assieme ai familiari, di Cottanera, una delle aziende più rappresentative del territorio. Cambria attualmente è consigliere del cda del Consorzio Etna Doc e ne faceva parte anche nel precedente. Abbiamo intervistato anche lui in merito al dibattito aperto da Cronache di Gusto, sul futuro dell’Etna del vino e sulla promozione del territorio. Al di là dei limiti oggettivi, dovuti alle condizioni climatiche, l’evento Contrade dell’Etna – edizione 2019 – è ben riuscito, secondo Cambria, ma ha lasciato un po’ di amaro in bocca, se solo si pensa alla rinuncia di non poche cantine (circa trenta rispetto al 2018) che, a fronte di un contributo spese, non hanno aderito alla kermesse. “Nel tempo – dice Cambria – Contrade è cambiato. Quando l’evento è iniziato, nel 2007, era la festa ideata da Andrea Franchetti, che ci ospitava nella sua cantina per condividere, tutti insieme e in un clima di festa, i vini in anteprima. Oggi, è cresciuto tantissimo e dobbiamo molto all’intuizione e alla generosità di Franchetti. Tuttavia, notare che molti non hanno partecipato a fronte di una spesa, peraltro sostenibile, mi dispiace, a tal punto che ancora stento a capire alcune reazioni”, afferma.
Sull’organizzazione ci sono aspetti da migliorare, anche per Cambria, che nell’arco delle due giornate dedicherebbe tempo e spazi riservati ad un target più selezionato di addetti ai lavori. Ma l’idea che l’evento resti a Franchetti è condivisa. “Contrade dell’Etna è ormai un brand, la cui paternità è di Franchetti. Sta a lui decidere il futuro dell’evento. Se volesse consegnarlo ad altri penso che l’unico ente idoneo sia il Consorzio, al quale spetta la promozione del territorio, tra i propri compiti. Ma al di là di questa decisione, penso che oggi si dovrebbe iniziare a pensare ad un evento istituzionale da affiancare a Contrade”. Nessuna ridondanza né contraddizione per Cambria, perché due eventi potrebbero coesistere. “Credo che un evento istituzionale non sarebbe in contrapposizione a Contrade. Semmai si aggiungerebbe in un periodo dell’anno diverso. Non subito dopo il Vinitaly, per due ragioni. La prima perché il post Vinitaly è un periodo stancante per tutti, la seconda più significativa, è dovuta al timing dei vini. Eccessivamente giovani le annate en primeur ad aprile, per i vini dell’Etna”.
Una visione quella di Cambria che vedrebbe il Consorzio gestire a pieno titolo la promozione dell’Etna e dei suoi vini, con Contrade da una parte, in sinergia con Franchetti, e con un evento ex novo dall’altra, con tempi e prassi da stabilire via via. Sul tema della promozione, argomento tanto discusso, si può fare di più. Adesso che il Consorzio ha ottenuto il riconoscimento dell’Erga Omnes. “Penso che la promozione debba essere bilaterale – afferma Cambria – L’Etna è un territorio unico che si promuove da solo, ma va anche promosso con gli strumenti che oggi ci permettono di agire. Da una parte all’estero con la partecipazione alle fiere e ad eventi per esempio negli Stati Uniti o a New York, dall’altra attraverso l’incoming di giornalisti da portare qui sul Vulcano perché possano fare esperienza diretta del territorio. Magari nel corso di alcuni eventi: Contrade dell’Etna e/o un secondo evento etneo”. Un sostegno pieno ad iniziative promozionali a cura del Consorzio, ma puntuali e mirate. “L’Etna è un territorio di nicchia e di nicchia deve essere l’attività promozionale. Bisogna spendere con attenzione e scegliere di intraprendere iniziative mirate che comunichino con cura il territorio, i vini, i produttori”.
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