La prima fascetta anti-contraffazione che sarà applicata a una bottiglia Doc Sicilia è delle cantine Settesoli. E avrà il numero Acgd07636001.
E se si stima nel 2022 una produzione di cento milioni di bottiglie, le cifre applicate sulle fascette sono destinate a variare nelle lettere e ad aumentare nei numeri nelle prossime settimane. Come annunciato (leggi qui>) le fascette anticontraffazione diventano una realtà per la Doc Sicilia a partire dal primo gennaio 2022. Un traguardo atteso e voluto dai big del vino siciliano che ha portato anche un po’ di pensieri in più per via degli iter burocratici. Ma il mondo del vino dell’Isola ha accolto alla fine e recepito la necessità di uno strumento che può contribuire a dare maggiore valore al vino stesso. La prima azienda a richiedere nel portale dedicato la fascetta è stata la Settesoli di Menfi. Un piccolo primato dal grande valore simbolico. Ne è convinto il presidente della cantina di Menfi Giuseppe Bursi che è anche il vicepresidente del consorzio Doc Sicilia e che saluta quest’avvio come una fase molto importante per la Denominazione e il vino siciliano più in generale. La fascetta di fatto numero uno viaggerà su una bottiglia di Urra di Mare 2021 un bianco da uve Sauvignon della linea Mandrarossa, il top di gamma della Settesoli. L’azienda ne ha già richieste 66 mila esemplari da applicare sulle bottiglie.
L’arrivo della fascetta può essere considerato un punto di svolta per il vino Doc Sicilia. La gestione, delicata e complessa, è affidata all’Irvo che si è battuta per ottenere questo compito. Le fascette sono stampate e vendute dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e pertanto sono assimilabili ai valori bollati o qualcosa del genere e questo rende l’idea di quanto possa essere macchinoso il servizio. Tra i primi, se non il primo, a lanciare la necessità di una fascetta per i vini Doc Sicilia al pari di altre denominazioni prestigiose, è stato Dino Taschetta, presidente della cantina Colomba Bianca in una intervista rilasciata tre anni fa a Cronache di Gusto che qui> vi riproponiamo.
C.d.G.