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Scenari

Doc in Sicilia, record di certificazioni

19 Agosto 2015
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Nel 2015 quasi mille le richieste da parte delle cantine. Merito soprattutto della nuova denominazione che porta il nome dell'Isola. Il ruolo dell'Irvo, l'ente certificatore. “Risposte in tempi celeri nonostante le difficoltà finanziarie”. 

(Nino Di Giacomo)

Nei primi sette mesi del 2015, l'Irvo, l'istituto regionale vini e oli di Sicilia, ha certificato 914 vini Doc Sicilia, un numero più che raddoppiato rispetto a qualche anno fa. 

Sono le stesse cantine che hanno intensificato le richieste di certificazione. Richieste che corrispondono a circa 250 mila ettolitri di vino che così potranno avere il marchio di Denominazione di origine controllata. A fornire i dati con una punta di soddisfazione è il commissario straordinario dell'Irvo Nino Di Giacomo, funzionario dell'assessorato regionale dell'Agricoltura, il cui mandato scade ai primi di settembre. 

A spulciare le cifre si comprende bene che il record di certificazioni e merito della nuova Doc Sicilia, che in poco meno di tre anni ha stravolto numeri e prospettive dando uno scossone al comparto. La metà circa delle certificazioni richieste all'Irvo riguarda infatti campioni di aspiranti vini Doc Sicilia, per l'esattezza 458 istanze al 13 agosto scorso che corrispondono a circa 150 mila ettolitri. Tutto questo a conferma che la Doc Sicilia sta avendo una forte crescita tanto che il presidente del consorzio Antonio Rallo prevede a fine 2015 una produzione di circa 28 milioni di bottiglie col marchio a denominazione. E mettendo a confronto certificazioni di vino e previsioni sulle bottiglie prodotte i numeri coincidono. È inoltre probabile che questa voglia di Doc stia servendo anche a rimettere in moto anche alcune Denominazioni storiche (la Sicilia ne ha oltre venti dal Marsala all'Etna e così via) ma con numeri molto più limitati. Già il 2014 per l'Irvo è stato un anno record. Oltre mille e cento richieste di certificazione per circa 350 mila ettolitri di vino di cui quasi la metà per la Doc Sicilia. Ma quest'anno come abbiamo visto le cifre sono in ulteriore crescita. Ne sanno qualcosa le commissioni di valutazione allestite all'Irvo che lavorano a ritmi frenetici.

Spiega Di Giacomo: “Il nostro lavoro di ente certificatore sta vivendo una fase di grande crescita e rappresenta una voce di introito non trascurabile. Si lavora alacremente per garantire risposte ai produttori che chiedono la certificazione. Mediamente in sette/dieci giorni forniamo una risposta. Anche in periodi festivi siamo riusciti ad accogliere le istanze in tempi brevi. E tengo a sottolineare che i campioni bocciati o rivedibili sono sotto la soglia del dieci per cento, una percentuale, per così dire, fisiologica. Il mio plauso va anche allo staff coordinato da Francesca Salvia e di tutti i componenti delle commissioni che ad oggi ha garantito il lavoro di certificazione. Tutto questo – prosegue Di Giacomo – nonostante negli ultimi mesi l'Irvo abbia avuto alcune difficoltà finanziarie non indifferenti tra debiti pregressi e drastiche riduzioni di somme erogate dalla Regione e conseguenti ritardi nella retribuzione dei dipendenti. Ma con l'impegno dei mesi scorsi del presidente della Regione Crocetta e dell'assessore dell'Agricoltura di quel periodo, Nino Caleca, sono state assegnate le risorse necessarie per consentire all'Irvo di mantenere il suo ruolo”.

Di Giacomo non nasconde l'idea di poter proseguire il suo mandato. “Sarà il governo regionale a decidere. Io da parte mia vorrei continuare a lavorare per portare l'Irvo nella stabilità economica e finanziaria. In ossequio alla legge finanziaria abbiamo ridotto del trenta per cento le figure dirigenziali portandole da 19 a 12. Grazie anche al lavoro del direttore Lucio Monte abbiamo ridotto le spese per la partecipazione al Vinitaly da due milioni e 200 mila euro a un milione e 400 mila euro mantenendo più o meno gli stessi standard degli anni passati e la presenza al padiglione 2 ritenuto strategico da tutte le cantine. Tutto questo grazie anche alla collaborazione strategica di Assovini e Providi, le associazioni che raggruppano produttori e cantine. E poi siamo pronti ad ampliare il raggio delle certificazioni. È possibile intraprendere un nuovo percorso con l'Igp Olio di Sicilia.

E se questo comparto segue la scia del vino potrebbe essere un'altra grande opportunità per l'istituto così come stiamo già facendo per la mandorla di Sicilia. Abbiamo anche chiuso l'accordo con Malta e continueremo a certificare i loro vini mentre, grazie al biocluster di Expo, siamo in contatto con alcuni Paesi del Mediterraneo per offrire anche a loro i nostri servizi di certificazione”. Saldati i pagamenti con Veronafiere per lo scorso Vinitaly (“Non succedeva da tempo”) sono inoltre in dirittura di arrivo i bandi sia per il prossimo Vinitaly, aprile 2016, sia per il Prowein, altra fiera importante che si svolge un mese prima a Düsseldorf. Mentre è quasi tutto pronto per la partecipazione nel gennaio 2016 alla fiera di Montpellier, in Francia, dedicata ai vini biologici e che può rappresentare una passerella importante per il vino siciliano.

F. C.