Giuseppe Mannino
Rinunciare ad una fetta dei guadagni per puntare ancora di più sulla qualità.
Rotta ben chiara quella stabilita all’unanimità all’ultima assemblea del Consorzio di tutela dei vini Etna Doc. Al via la procedura di richiesta per ridurre la produzione per ettaro da 90 quintali, quelli attuali previsti dal disciplinare di produzione, a 80. Marciano a ritmo serrato e uniti i produttori del distretto vinicolo che sta conquistando il mercato di nicchia delle grandi denominazioni. La volontà di migliorare ancora di più il livello qualitativo delle loro etichette era da tempo che la si esprimeva. Si sarebbe già voluto procedere con la vendemmia passata, come ci racconta il presidente del Consorzio, Giuseppe Mannino. “L’articolo 10 della legge 61 sulla tutela delle denominazioni ce lo consente, così non avendo fatto in tempo per la scorsa campagna, alla prima occasione di assemblea lo abbiamo messo in discussione. Al Vinitaly, già la maggior parte dei produttori si era mostrato favorevole alla riduzione dei quintali”. Un ulteriore passo decisivo nella guerra all’ultimo sange, come l’ha definita Mannino, che si gioca nello scenario internazionale. “Tutti sull’Etna oramai, imprescindibilmente leghiamo la nostra produzione ad una di alta qualità. Per cui i 10 quintali per ettaro che tagliamo li guadagneremo nel prezzo dell’uva e nella qualità che risponde alle aspettative di chi acquista il nostro vino. Tutti i produttori hanno sposato l’intento. Questo è un segnale di grande volontà, di rinunciare ad una piccola fetta di produzione. Siamo una piccola goccia nel mare dei grandi vini, ma vogliamo far la nostra parte e mantenere prodotto di alta qualità”.
Questa modifica si andrà ad aggiungere ad altre che riguarderanno il disciplinare, tra cui anche quella dell’abolizione della postilla sul colore dei rosati, e altre, sulle quali si sta concentrando il lavoro del Consorzio.
C.d.G.