Da oggi e fino al prossimo 28 maggio, oltre 260 mila aziende della filiera agroalimentare possono inoltrare la domanda per i contributi a fondo perduto previsti dal Decreto Sostegni.
Sul sito dell’Agenzia delle Entrate è stato aperto il canale, come già avvenuto per il Decreto Rilancio. E’ quanto annuncia il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, sui suoi profili social. “È un altro piccolo passo – sottolinea Patuanelli in un post – per uscire dal dramma sanitario ed economico che ha colpito il nostro Paese, con la certezza che bisognerà investire non solo sul fronteggiare le necessità più urgenti, ma anche e soprattutto sull’avvio di un vero e proprio piano di rilancio”.
“Il grande lavoro che stiamo portando avanti sul Recovery Fund – continua – dovrà puntare a proiettare il settore agroalimentare verso un nuovo paradigma di crescita e sviluppo, partendo da investimenti per innovare i processi di coltivazione e produzione ed affiancarli ai nuovi strumenti digitali e all’intelligenza artificiale. In questo modo riusciamo a favorire non solo la transizione ecologica, ma ad avviare nuovi metodi di produzione al passo con la competitività globale e con la sostenibilità ambientale ed economica”.
Sarà di circa 800 milioni la partecipazione del settore agroalimentare ai contributi a fondo perduto dell’articolo 1 del Decreto Sostegni, si legge sul sito del Mipaaf, 300 milioni la decontribuzione per il settore agricolo e l’incremento di 150 milioni del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura. La cassa integrazione salariale per operai agricoli è prorogata per un massimo di 120 giorni fino al 31 dicembre 2021. “Ai titolari di reddito agrario – informa ancora il ministero – con compensi e ricavi non superiori a 10 milioni di euro verrà riconosciuto un contributo a fondo perduto, a condizione che l’ammontare medio mensile del fatturato del 2020 sia inferiore almeno del 30% all’ammontare medio mensile del fatturato del 2019. Il contributo, che dipende dal fatturato dell’azienda, è determinato in misura pari all’importo ottenuto applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2020 e l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2019 e va da un massimo del 60% della perdita subita per chi ha ricavi o compensi non superiori ai 100 mila euro al minimo del 20% per chi ha ricavi o compensi tra i 5 e i 10 milioni di euro”.
C.d.G.