Se vanno a gonfie vele nei mercati esteri, in Italia, nei canali al dettaglio, perdono un po’ di quota.
Si comprano un po’ meno bollicine. Il calo delle vendite, in termine di volumi, è di circa il 3% (tenendo anche conto dell'incremento fisiologico a cavallo del periodo festivo dell'ultimo dell'anno). Ma la tendenza negativa si registra un po’ per tutti gli altri vini. Già questo quadro era stato prospettato dai vari istituti di ricerca, adesso si completa lo scenario con le ultime analisi fatte da Ismea, relative agli ultimi mesi del 2012.
Diciamo che perdono qualcosa un po’ tutte le tipologie di bollicine. Primo fra tutti lo Champagne, che ha fatto registrare un -10%. Non è andata chissà quanto meglio per i Metodo Classico italiani, che hanno visto perdere il 6%. La tendenza però non sarebbe da imputare al prezzo. Che sarebbe rimasto invariato nell’ultimo periodo. Il quadro lo commenta Marco Baccaglio nel suo Blog I Numeri del vino.
Il segno meno davanti ai volumi di vendita al dettaglio interessa comunque tutto il mondo vino, tutte le altre categorie. Calano le vendite dei vini a denominazione, intorno al 2,3 %, e degli Igt, del 4,7%. E in negativo sono andate anche quelle relative ai vini da tavola, -2,8%, che però hanno registrato il maggiore rincaro dei prezzi. Infatti, mentre per i vini a denominazione e Igt l’aumento dei prezzi è stato del 3,6%, per questa tipologia, invece, è stato addirittura del 7%. La scelta dei consumatori sembra essersi spostata sugli antipodi della scala dell'offerta.