Dopo oltre un decennio dedicato esclusivamente a scoprire gioielli, orologi, argenti, arte moderna e contemporanea per proporli ad una vasta clientela che lo segue nelle sue “scorribande” alla ricerca di qualcosa di esclusivo, Gianfranco Saccucci, fondatore della casa d’aste International Art Sale (in via Giacomo Puccini a Milano) ha deciso di incantare i suoi clienti anche con vini e distillati di pregio. Ed entra nel mercato del buon bere proponendo una ricca asta di bottiglie d’annata, spesso con etichette decorate da grandi artisti. Secondo Saccucci, una novità nel variegato mondo del vino all’incanto sono le informazioni di carattere enologico che riguardano le denominazioni precise dei vini stessi: se Doc, Aoc (per le francesi) o Docg e una valutazione, quando possibile, basata su dati oggettivi risalenti a fonti qualificate, dell’eventuale valore straordinario dell’annata: ottima, grande o eccezionale. Per fare tutto questo, Saccucci ha coinvolto un giornalista specializzato di lungo corso, Gianluca Moncalvi, che di spirit e vini è una sorta di “enciclopedia”, visto quanto ha scritto nel passato sulle maggiori testate del settore e quanto, ancora oggi, scrive appena avverte qualche sentore di ottimo alcol.
La prima asta organizzata da International Art Sale è programmata dal 2 al 12 maggio e si terrà on-line>. Ma che cosa troveranno gli appassionati di liquori e vini antichi in questa asta? Moncalvi anticipa qualcosa come, per esempio, duecento lotti fra cui sbizzarrirsi, partecipando ai rilanci per conquistare le bottiglie preferite. Vini italiani innanzitutto: Barolo e Barbaresco, Brunello di Montalcino (1 bottiglia di Biondi-Santi dell’eccezionale vendemmia 1995) e Chianti Classico, Amarone e Picolit, Sassicaia e Tignanello. Qualche nome? Fra i Toscani, Biondi-Santi e Fattoria dei Barbi, Antinori (Tignanello 1985) e Castello Banfi. Fra i Piemontesi, Borgogno e Gaja, Conterno e Fontanafredda. .Ma anche illustri francesi: Châteauneuf-du-Pape e grandi Bordeaux come gli Château Mouton Rothschild (con etichette decorate da artisti come Balthus, Joan Mirò, Henry Moore e Marc Chagal). Champagne di nobili casate e Sauternes, come il mitico Château d’Yquem (1 bottiglia della grande annata 1976). Nonché i famosi vini “fortificati” portoghesi, Porto e Madeira.
Si parla di bottiglie di vertice, e quindi con una base d’asta relativamente importante, ma non mancano vini più abbordabili, dal Chianti allo Sforzato valtellinese, dal Vin Santo al Dolcetto, al pugliese Five Roses, vino rosato (ebbene sì) storicamente più famoso in Italia, il primo ad essere imbottigliato nel Bel Paese (correva l’anno 1943), che deve il suo nome a un generale dell’armata americana, Charles Poletti, che ne rimase entusiasta e lo acquistò a casse per i suoi soldati, suggerendo anche il nome visto che le uve Negroamaro e Malvasia nera provenivano da quattro vigneti di proprietà della famiglia Leone de Castris, rammenta Moncalvi. Ma, anche il Vino della Pace 1985 della Cantina Produttori Cormons con etichetta Bay ed etichetta di Arnaldo Pomodoro. Poi, alcuni magnum particolari e una selezione di spumanti classici e Champagne (cofanetti del Grand cru 1995 Comte A. de Dampierre; La Grande Fame 1995 di Veuve Clicquot), con qualche chicca come Ferrari Centanni (del 1995 con la splendida bottiglia decorata e con il ffondo sporgente anziché rientrante) e la famosa Cuvée Dom Pérignon (cuvée 1996). Nonché pregiate cassette-regalo, una per tutte la selezione Marnier con i celebri liquori all’arancia e i meno noti ma altrettanto interessanti Cognac. E, per una meditazione finale, alcuni grandi distillati: whisky di malto, grappe e acquaviti d’uva (Ùe di uva Cabernet Franc della vendemmia 1993).