Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Dai banchi di scuola alla produzione di spumanti: “Etyssa è un sogno che si realizza”

15 Novembre 2016
da_sx_Malcolm_Salvadori_Giovanni_Grandi_Stefano_Bolognani_Federico_Simoni da_sx_Malcolm_Salvadori_Giovanni_Grandi_Stefano_Bolognani_Federico_Simoni


(Malcolm Salvadori, Giovanni Grandi, Stefano Bolognani e Federico Simoni)

di Michele Pizzillo

Invece dei soliti tre amici al bar, si potrebbe dire che erano tre amici a scuola, l’Istituto enologico di San Michele all’Adige, più un altro che frequentava il Liceo scientifico.

E che, invece di “cazzeggiare”, sognavano di produrre uno spumante metodo classico che rappresentasse la massima espressione dell’annata e di ciò che ogni vendemmia può raccontare di in territorio indiscutibilmente vocato alla produzione di spumanti, quello del Trentodoc. Dopo essersi diplomati, Giovanni Grandi, Malcolm Salvadori, Stefano Bolognani e Federico Simoni, tra gli studi universitari e alcune esperienze all’estero – due a Bordeaux e uno in Germania – cominciano a sperimentare per mettere in pratica quanto appreso sui banchi di scuola. Il sogno comincia a prendere forma con la vendemmia del 2009, raccogliendo uva sufficiente a produrre 3.012 bottiglie. Che hanno presentato a Milano, nel bistrot del Mudec, con il nome di Etyssa Cuvée N. 1 extra brut. Un metodo classico fatto con uve chardonnay raccolte a settembre del 2012 e vinificate il 90% in acciaio inox e il 10% in tonneaux di rovere francese.  Affinamento di 32 mesi in bottiglia a contatto coi lieviti e sboccatura a febbraio di quest’anno. Uno spumante che si apre con un bouquet di frutta locale come pera e mela renetta  ma, anche, nuance di frutta esotica e fragranze di pane e di scorza di cedro. Il sorso è elegante, l’entrata fresca, completata da sapidità e morbidezza.

Ma, per comprendere la Cuvée 2012, dicono i quattro amici compagni di scuola, “è necessario partire dalla descrizione dell’annata: l’inverno è trascorso con precipitazioni molto scarse ed il germogliamento è stato influenzato da una primavera con temperature superiori alla media, che ne hanno abbreviato i tempi. Durante il periodo vegetativo il caldo è proseguito garantendo un ottimo livello di maturazione delle uve, ma senza andare a intaccare la componente acidica, salvaguardata dalle nottate fresche. Tutto ciò ha originato una vendemmia di scarsa produzione, ma di ottima qualità”.

E, hanno aggiunto durante la presentazione di Etyssa –  che deriva di Etisa, nome in tedesco antico dell’Adige, fiume che ha contribuito alla formazione dell’orografia e delle condizioni climatiche adatte alla produzione di metodo classico di alta qualità – “il nostro progetto mira a produrre solo Trentodoc di qualità, perché per arrivare alla Cuvée N. 1, abbiamo sperimentato le uve delle tre vendemmie precedenti al 2012”. Nessuno di loro, per la verità, immaginava di dare avvio ad un progetto che li avrebbe portati a diventare imprenditori. La consapevolezza arriva con la vendemmia 2012, che permetterà di imbottigliare 3.012 e, nello stesso tempo, cominciare a guardare al futuro. Anche perché le potenzialità professionali ci sono. Federico Simoni, per esempio, ha lavorato nella zona di Bordeaux presso Chateau Margaux e poi in Nuova Zelanda, da Spy Valley. Rientrato in Italia, si è impegnato nell’azienda di famiglia e, contemporaneamente, stare di più insieme ai tre amici che poi hanno condiviso il progetto Etyssa. Anche Giovanni Grandi ha fatto uno stage a Bordeaux, presso la cantina Chateau Haut-Bages Libéral. Al rientro dalla Francia è subentrato al nonno materno nella conduzione dell’azienda viticola di famiglia, ubicata a Tavernaro, sulla collina Nord-Est di Trento. Attualmente Grandi gestisce 14 ettari di vigneto, interamente coltivati a biologico. Malcolm Salvadori, invece, opta per la Germania, iscrivendosi alla Hochschule Geisenheim University ma, avendo la fortuna di fare esperienze presso Weingut Dautel in Germania, Chateau Chasse-Spleen in Bordeaux, Kellerei Bozen e Kellerei Girlan in Alto Adige.  Stefano Bolognani si è laureato presso la facoltà di viticoltura ed enologia di Trento. Dopo varie esperienze in diverse realtà vinicole, nel 2011 è stato chiamato dalla Cantina di Terlano a svolgere le mansioni di secondo enologo. Quattro esperienze e l’entusiasmo giovanile, messi insieme, posso rappresentare molto nel sistema Trentodoc.