di Federico Latteri, Pescara
Successo per la prima edizione di Spumantitalia, la rassegna dedicata agli spumanti italiani.
L’evento, ideato dal dinamico editore Andrea Zanfi si è tenuto a Pescara con la collaborazione del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo. Degustazioni, ma soprattutto incontri e momenti di discussione per fare il punto della situazione e cercare di tracciare delle linee guida per il futuro della spumantistica italiana. “Un momento d’incontro di cui il mondo spumantistico italiano sentiva il bisogno”, dice Zanfi, soddisfatto per la grande partecipazione e per la presenza di numerosi personaggi di primo piano dell’Italia del vino: gli enologi Riccardo Cotarella e Mattia Vezzola, i produttori di Prosecco Gianluca Bisol e Franco Adami, Giuseppe Mazzocolin di Fattoria di Felsina, Silvana Ballotta, esperta di made in Italy, economia e marketing, Carlo Alberto Panont, direttore del consorzio Garda, Giordano Zinzani, presidente del Consorzio vini di Romagna e tanti altri fra produttori, giornalisti, assaggiatori ed esperti di vari settori.
(L'intervento di Riccardo Cotarella)
Positivo anche il giudizio di Valentino Di Campli, presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo che sottolinea: “E' stato un bel momento di confronto per crescere e confrontarsi che ha sollevato l’interesse dell’intero mondo produttivo nazionale. Averlo proposto per la prima volta in Abruzzo ci riempie di soddisfazione”.
(Andrea Zanfi e Federico Latteri)
Identità e chiarezza. Sono questi i due termini fondamentali emersi nel corso dei seminari. Indicano la strada da seguire per far crescere nel migliore dei modi il settore della spumantistica nel nostro Paese. Il primo si riferisce all’importanza di fare prodotti strettamente legati ad un territorio che si esprime attraverso i suoi vitigni autoctoni, ma non solo. Questo è garanzia di unicità, la sola cosa che permette di avere risultati duraturi nel tempo. Di contro, però, significa anche che bisogna valutare attentamente quali siano le varietà adatte alla produzione di spumanti e le tecniche migliori per realizzarli in base alla materia prima di cui si dispone. In breve: non si può spumantizzare tutto come sta accadendo in diversi casi in Italia.
(Mattia Vezzola,Jenny Gomez e Lorenzo Colombo)
E’ fondamentale anche dare informazioni chiare al consumatore che, circondato da una miriade di tipologie e denominazioni, deve essere in grado di riconoscere cosa sta bevendo. Occorre un linguaggio composto da pochi termini precisi. Uno dei principali problemi riguarda i metodi di spumantizzazione che possono essere indicati con vari nomi, sia italiani e francesi. Oggi c’è l’esigenza di semplificare per comunicare meglio. Secondo la maggior parte degli addetti ai lavori intervenuti a Spumantitalia sarebbe opportuno indicare con “Metodo Classico” e “Metodo Italiano” le due tipologie principali, escludendo sinonimi vari. Si tratta di un modo semplice ed efficace per definire il prodotto.
Le due degustazioni:
SPUMANTI ITALIANI DA VITIGNI AUTOCTONI
(Masterclass spumanti italiani da vitigni autoctoni)
A condurre la masterclass, Mattia Vezzola (enologo), Jenny Gomez (sommelier, responsabile Donne del Vino regione Abruzzo), Lorenzo Colombo (esperto assaggiatore e docente), Pasquale Porcelli (esperto assaggiatore e giornalista), Stefano Cosma (esperto di Storia del vino). E' stato un lunghissimo tasting con oltre 30 etichette. C’erano diversi spumanti buoni e interessanti, ma anche alcuni che testimoniano una fase di sperimentazione o ricerca di indentità, mostrando profili non dotati di una precisa fisionomia. In evidenza i due ottimi Prosecco di Valdobbiadene Docg e i sorprendenti Lessini Durello.
Di seguito la lista degli spumanti degustati, divisi per tipologia (tra parentesi regione di provenienza e vitigno):
Metodo Martinotti
- Casal Thaulero – Voilà Pecorino Brut (Abruzzo)
- Cascina del Colle – Falanghina Brut (Abruzzo)
- Cantina Colle Moro – Passe Par Tout Passerina Brut (Abruzzo)
- Mucci – Spumante Extra Dry (Abruzzo – Falangina e Pecorino)
- San Patrignano – Start (Emilia Romagna – Sangiovese vinificato in bianco)
- Tirapelle – Lessini Durello Doc (Veneto – Durella)
- Vitevis – Lessini Durello Doc Torre dei Vescovi (Veneto – Durella)
- Vin.Co – Spumante Extra Dry (Abruzzo)
- Adami – Valdobbiadene Docg Prosecco Superiore Vigneto Giardino (Veneto – Glera)
- Bolè – Romagna Doc Spumante Novebolle (Emilia Romagna – Trebbiano e Famoso)
- Cantina di Cormons – Ribolla Gialla O Extra Dry (Friuli)
- Sacramundi – Lessini Durello Doc Ventus (Veneto – Durella)
- Tenuta I Fauri – Brut (Abruzzo – Pecorino e Chardonnay)
- Agriverde – Cuvée prestigi Rosè 830 (Abruzzo – Montepulciano)
- Maeli – Colli Euganei Docg Fior d’Arancio Spumante 2016 (Veneto – Moscato Giallo)
- Gorghi Tondi – Palmarès Brut (Sicilia – Grillo)
- La Guardiense – Janare Quid Brut (Campania – Falanghina)
- Lampato – Pecorino Brut (Abruzzo)
- 460 Casina Bric – Nebbiolo Brut Rosè Cuvée 970 (Piemonte)
Metodo Ancestrale
- Bisol Valdobbiadene Docg Prosecco Superiore Private Cartizze Dosaggio Zero 2013 (Veneto – Glera)
- Lunaria – Ancestrale LaBelle (Abruzzo – Malvasia)
Metodo Classico
- Santagiusta – Brut Metodo Classico 2013 (Abruzzo – Pinot Nero e Chardonnay)
- Eredi Legonziano – Abruzzo Doc Spumante Carmine Festa 2013 (Abruzzo – Pecorino e Trebbiano)
- Fèlsina – Brut 2012 (Toscana – Sangiovese, Pinot Nero e Chardonnay)
- Moncaro – Madreperla Gran Cuvée (Marche – Verdicchio e Montepulciano)
- Tonello – Lessini Durello Doc IoTeti (Veneto – Durella)
- Vespa – Noi Tre Brut Rosè (Puglia – Negroamaro)
- Biagi – Martina Biagi Brut (Abruzzo – Pecorino, Chardonnay e Malvasia Istriana)
- Codice Citra – Fenaroli Brut 36 Pecorino 2014 (Abruzzo)
- Fausto Zazzara – Majgual Pas Dosè (Abruzzo)
- Villa Sandi – Opere 2012 (Veneto – Pinot Nero e Chardonnay)
SCOPRIAMO IL DURELLO
(Lessini Durello)
A condurre la degustazione Chiara Mattiello del Consorzio Lessini Duello con Giorgia Mettifogo dell’azienda Sacramundi e Stefano Argenton di Vitevis. Molto buona la qualità dei vini degustati, dato già emerso nella precedente degustazione. Oggi il Lessini Durello è, probabilmente, lo spumante italiano più identitario, fatto tutt’altro che casuale se consideriamo cosa lo rende unico. Prima di tutto proviene da un territorio, l’area dei Monti Lessini, a cavallo tra le province di Verona e Vicenza, che presenta un suolo di origine vulcanica e un paesaggio ricchissimo di biodiversità nel quale i vigneti, mai estesissimi, sono intervallati da boschi e altra vegetazione. Viene fatto con un’antica varietà autoctona di uva, la Durella, oggi utilizzata quasi esclusivamente per la produzione di bollicine. Esistono due tipologie, sia Metodo Classico che Metodo Italiano. Nel corso del tasting si è evidenziata la personalità del Durello, caratterizzata dalla capacità di essere fresco, acido, tagliente e, nello stesso tempo, intenso e consistente.
Lista dei vini degustati:
- Tonello – Lessini Durello Doc Brut IoTeti
- Casa Cecchin – Lessini Durello Doc Riserva Extra Brut Nostrum 2014
- Le Macine – Lessini Durello Doc Brut
- Sandro De Bruno – Lessini Durello Doc Extra Brut 2010
- Sacramundi – Lessini Durello Doc Riserva Pas Dosè Merum
- Fongaro – Lessini Durello Doc Riserva Brut 2011
- Franchetto – Lessini Durello Doc Brut
- Giannitessari – Lessini Durello Doc Brut 36 mesi
- Cantina di Soave – Lessini Durello Doc Brut Settecento33