Gli ultimi dati Istat non lasciano presagire nulla di buono per l'export verso la Russia.
L'import è crollato del 22,1 %. Il dato della caduta a doppia cifra è relativo al primo trimestre del 2014. L'export del Made in Italy ha subito una diminuzuone del 6,6%. Il clima attuale, dovuto alle tensioni con l'Ucraina ha frenato la crescita di un bacino che negli ultimi anni ha rappresentano uno dei nuovi mercati di riferimento, tra i più dinamici dello scenario internazionale. Soprattutto è stato il più reattivo per il comparto vinicolo italiano che in 10 anni ha visto crescere le esportazioni del 350%, nonostante i blocchi e le scelte di governo che hanno compromesso l'exploit di questo fronte. Si tratta di un fatturato di 210 milioni di euro, e adesso, non sapendo come il clima politico si evolverà, produttori e operatori di mercato congelano previsioni sulla crescita.
Ad essere preoccupata per le ripercussioni sulle aziende dell'agroalimentare italiano è anche la Coldiretti. Nel primo trimestre del 2014 il saldo commerciale con la Russia è stato negativo per 1,938 miliardi di euro dopo che nell’intero anno 2013 era risultato negativo per 9,259 miliardi. “Nel 2014 si è verificata – precisa la Coldiretti – una sostanziale inversione di tendenza nei rapporti commerciali poiché sono diminuite in misura rilevante sia le importazioni che le esportazioni sempre cresciute nei tre anni precedenti. Se come noto i prodotti minerali russi sono la componente piu’ rilevante nelle importazioni, meccanica, semilavorati vari ed agroalimentare salgono sul podio dei prodotti italiani maggiormente esportati in Russia e che probabilmente risentiranno maggiormente delle tensioni nei rapporti”.