Alcuni produttori chiedono di ampliare i confini. La discussione non trova unanimità. Se ne riparlerà in una prossima assemblea. Gli scenari possibili
(Marco de Grazia, Alberto Graci, Giuseppe Mannino)
Una nuova Doc per l'Etna. Una denominazione che affianchi quella esistente e certifichi l'origine di tutto quel vino prodotto a monte e a valle dell'attuale Doc che proprio quest'anno compie 50 anni dall'istituzione.
L'argomento, un po' a sorpresa ma non troppo, è stato inserito all'ordine del giorno dell'ultima assemblea dei soci che si è tenuta lo scorso 12 dicembre convocata e presieduta dal presidente Giuseppe Mannino. Il settimo punto parlava espressamente di una nuova Doc, l'ottavo punto della istituzione di una Docg Etna. Un'assemblea affollata, oltre la metà dei 113 soci – un'enormità se si pensa che appena 15 anni le cantine si contavano sulle dita delle mani – che hanno discusso a tratti anche in modo animato. Tant'è che poi alcune riflessioni sono finite anche sui social. La questione tiene banco da alcuni anni. Noi ne parlammo qui ed ancora l'idea di una nuova Doc la lanciò su Cronache di Gusto anche Andrea Franchetti (leggi qui l'intervista). Un po' di produttori, anche di arrivo recente, hanno acquistato terreni da piantare e vigneti, fuori dalla Doc, soprattutto sul versante nord a quota superiore ai 750 metri, aree che spesso non sono prese in considerazione dal disciplinare del '68. Da lì la richiesta di ampliarne i confini.
Ora siamo alle fasi decisive. La mossa di Mannino tende a fare proprie le istanze che arrivano dai soci. D'altra parte gli “appena” mille ettari di vigneto Doc Etna non bastano oggi a soddisfare la voglia di Etna che c'è in giro. Se ne riparlerà in una nuova assemblea che sarà convocata a febbraio. Il passaggio è delicato. Ma è possibile tracciare alcuni scenari che possono tracciare il futuro della denominazione più trendy di tutto il Sud Italia. Mentre è alla firma del ministero l'erga omnes che darebbe pieni poteri al consorzio su tutto il territorio Doc.
SCENARIO UNO
I produttori avviano l'iter per creare una nuova Doc che affianchi quella esistente. Nome da dare alla Doc? Mongibello. Ovvero il nome con cui gli arabi chiamavano il vulcano. Verrebbe compreso il territorio sia a monte che a valle. È l'idea del presidente Mannino e di qualche altro produttore (Alberto Graci componente del direttivo è favorevole) che fa parte del consorzio. Qualcuno è contrario perché ne verrebbe fuori una sorta di Doc di serie B dal nome poco spendibile. Ma Mannino insiste: si farebbe così un unico consorzio per tutte e due le Doc.
SCENARIO DUE
Trasformare la Doc Etna in Docg e creare una nuova Doc di ricaduta col nome Etna che comprenda i territori a monte e a valle oggi esclusi. Mannino è contrario da sempre. Favorevoli invece alcuni produttori provenienti dal resto della Sicilia. Ma l'ipotesi al momento lascia freddini la maggior parte dei soci.
SCENARIO TRE
Lasciare tutto com'è e non fare nulla. Lo pensa Franco Di Miceli, cantina Patria. Contrario a modificare gli assetti pure Marco de Grazia, patron di Tenuta delle Terre Nere. Ma secondo alcuni soci questo scenario lascerebbe insoddisfatti proprio coloro che premono per poter scrivere sull'etichetta la parola Etna.
SCENARIO QUATTRO
Ampliare la Doc Etna. Che è la richiesta che tiene banco da alcuni anni e per cui oggi si è avviato il dibattito. È l'ipotesi più improbabile. Tra i soci dell'attuale consorzio non ci sarebbe questa volontà. Chi è già sull'Etna Doc vuol tenere stretto questa prerogativa. E modificare i confini non viene vista come una strada comoda e praticabile per tutti.
C.d.G.