di Michele Pizzillo
Riconferma alla guida del Consorzio tutela vini Oltrepò Pavese per Gilda Fugazza, che sarà affiancata da tre vice presidenti: Ottavia Giorgi di Vistarino, Andrea Barbieri e Renato Guarini.
Il consiglio di amministrazione è composto dai rappresentanti dei viticoltori (Andrea Barbieri, Camillo Dal Verme, Federico Defilippi, Alessio Gaiaschi, Ottavia Giorgi di Vistarino, Paolo Verdi, Sara Zambianchi), dei vinificatori (Stefano Dacarro, Gilda Fugazza, Andrea Giorgi, Marco Maggi, Mattia Nevelli, Valeria Radici Odero, Francesca Seralvo) e di imbottigliatori (Luca Bellani, Quirico Decordi, Giovanna Fugazza, Renato Guarini, Massimo Ornaghi, Pier Paolo Vanzini, Valeria Vercesi). Gilda Fugazza, una laurea in Economia e Commercio all’Università Bocconi di Milano e una famiglia impegnata nel mondo del vino da tre generazioni (la proprietà è l’azienda vitivinicola Mondonico), ha svolto la professione di commercialista con una esperienza maturata nei servizi societari e fiscali per le imprese multinazionali, ma partecipa alle attività del Consorzio praticamente da sempre, diventando una delle più attive sostenitrici delle produzioni di vini di qualità in una zona ideale per la coltura della vigna e la produzione di ottimi vini. Nel Consiglio di amministrazione del Consorzio, però, è entrata solo nel luglio del 2019, assumendo la presidenza l’anno successivo.
Subito dopo la rielezione, all’unanimità, Gilda Fugazza ha commentato: “Il tempo del vino non è mai abbastanza però il tempo bisogna farlo fruttare e il lavoro di questi mesi è stato una lotta contro il tempo, una lotta vinta visto i risultati. Il risultato è il lavoro fatto e da fare. Ma c’è molto ancora e il nostro vino non ha tempo da perdere. Perché è lui, il vino, prima di tutto a non perdere tempo e lo sappiamo bene. Stagione dopo stagione. Il tempo dovrà diventare un alleato non un nemico e questo è il mio augurio per una lunga strada insieme a questo Cda e ai vice presidenti”. E, arriva anche il sostegno dell’Assessore all’agricoltura di Regione Lombardia Fabio Rolfi, che afferma: “Si completa il percorso di riorganizzazione della governance dell’Oltrepò del vino, che in un momento generale di difficoltà, ha saputo ritrovare compattezza. Ora il Consorzio ha una voce ancora più autorevole e plurale per dare rappresentatività a quello che di fatto è il primo territorio vitivinicolo della Lombardia. Buon lavoro alla presidente, ai vicepresidenti e a tutto il Cda. La Regione Lombardia sarà sempre a disposizione per un lavoro congiunto a livello istituzionale. Il rilancio dell’intero Oltrepò Pavese, anche in ottica post Covid, passa necessariamente dalla valorizzazione dei grandi vini a denominazione prodotti”.
E, infatti, con oltre 11.000 ettari iscritti alla denominazione di origine, l’Oltrepò Pavese costituisce la terza area doc più importante d’Italia e il 70% della Regione Lombardia. La
produzione enologica è suddivisa in una docg (Oltrepò Pavese Metodo Classico); 7 doc (Bonarda dell’Oltrepò Pavese, Buttafuoco dell’Oltrepò Pavese, Casteggio, Oltrepò Pavese, Oltrepò Pavese Pinot grigio, Pinot nero dell’Oltrepò Pavese e Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese) e una igt (Provincia di Pavia), con utilizzo di vitigni come Croatina, Barbera, Pinot nero, Riesling e Moscato. Con numeri davvero importanti, come le oltre 207 aziende associate e più di 1200 soci viticoltori, che coltivano 11.000 ettari di vigna, e un potenziale produttivo di qualità davvero notevole, la vita del Consorzio ha conosciuto ha conosciuto anche dei momenti difficili, come una sorta di scissione che qualcuno definì come una sorta di “cervelli in fuga” perché abbandonarono l’ente anche aziende importanti e che adesso sono rientrate perché, avranno pensato che uniti si possono ottenere maggiori risultati dal punto di vista qualitativo, di valorizzazione dei vini e del territorio ed anche dal punto di vista commerciale.
