Si tratta dell’Erbamat. In futuro potrebbe addirittura sostituire lo Chardonnay
(Vigneti in Franciacorta – ph A. Pavan)
di Annalucia Galeone
Un cambio in vista per il consorzio del Franciacorta. Oggi, se le indiscrezioni verranno mantenute, sarà approvata dal consiglio di amministrazione, la sesta modifica al disciplinare di produzione.
L’ultima risale al 2011 e diventerà ufficiale, come al solito, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. La modifica, però, apre scenari nuovi ed interessanti, perché inserisce tra le uve ammesse alla vinificazione l’Erbamat, chiamata anche Albamatto o Erbamatto. Una novità assoluta. Oggi le uve permesse dal disciplinare sono Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero. L’Erbamat dovrebbe entrare in disciplinare nella misura massima del 10% per testarlo e poi verificare negli anni le potenzialità di sviluppo e di eventuale incremento. Questo particolare tipo di uva, è una varietà autoctona a bacca bianca del bresciano poco conosciuta. E' un vitigno neutro caratterizzato dalla maturazione tardiva e dalla spiccata acidità. Proprio il tasso di acidità elevatissimo potrebbe essere la carta vincente per contrastare i danni legati ai cambiamenti climatici. Le temperature sempre più alte costringono infatti i produttori ad anticipare la vendemmia soprattutto dello Chardonnay. Il nuovo vitigno se darà risultati soddisfacenti potrebbe in futuro addirittura sostituire del tutto lo Chardonnay.
Il consorzio del Franciacorta è nato ufficialmente il 5 marzo 1990. Nel 1995 ha ricevuto la Docg. Ad oggi sono 116 le cantine associate, sparse su un territorio che comprende 19 comuni, compreso Brescia. Gli ettari vitati sono 2.800 (82% Chardonnay, 14% Pinot Nero, 4% Pinot Bianco), mentre 350 sono gli ettari di Curtefranca Doc. Nel 2015 il consorzio ha venduto 16,5 milioni di bottiglie, di cui 1,5 milioni all’estero.