Il Consorzio vini dell’Etna vuole introdurre cambiamenti nello statuto.
Lo ha già fatto elaborando alcune modifiche significative che sono partite alla volta di Roma dove verranno esaminate dal Ministero delle politiche agricole e forestali. Il Ministero dovrà dare il benestare e, dopo, l’assemblea di tutti i soci dovrà rettificare le modifiche introdotte.
Un passaggio delicato per il consorzio presieduto da Giuseppe Mannino perché cambia gli assetti preesistenti nei rapporti fra produttori e imbottigliatori e soprattutto in relazione all’ampiezza delle cantine rappresentate.
E infatti, i punti dello statuto che si andrebbero a ritoccare riguardano le quote associative e il peso del voto. La partecipazione dei soci diventerebbe proporzionale alla superficie vitata posseduta, agli ettolitri di vino prodotto e al numero di bottiglie anche se ancora non è stabilito di che ordine e cifra sarà questa quota. Sarebbe comunque un sistema che consente a ciascun produttore di partecipare in base all’entità della propria realtà produttiva, cosa fino ad ora non prevista dato il contributo standard stabilito per tutti i soci, senza alcuna differenza tra produttori ed enopoli.
Significativa sarebbe anche la rivoluzione nel sistema di rappresentanza. In tempo di nomine il voto verrebbe dato in relazione al peso che ha ciascuna azienda secondo la stessa classificazione adottata per le quote associative: ettari, vino prodotto, numero di bottiglie. Così fino a 2 ettari posseduti corrisponderebbe un voto, da 2 a 10 ettari due voti, oltre i tre ettari 3 voti, questo il sistema proporzionale riguardante i produttori d’uva. Per i vinificatori la modifica stabilirebbe un voto fino a 11 mila litri prodotti, da 11 mila a 56 mila due voti, oltre i 56 mila litri tre voti. Per gli imbottigliatori invece un voto fino a 14 mila bottiglie, due voti se la produzione va dalle 14 mila bottiglie alle 70 mila, da 70 mila bottiglie in sù corrisponderebbero tre voti.
Importanti rivoluzioni quindi all’interno di un Consorzio che rappresenta oggi una delle realtà viticole ed enologiche più in fermento d’Italia che si sta ritagliando grossi spazi nel mercato. L’obiettivo, quello di tracciare nuove strade per tutelare sempre di più la qualità di questa produzione di pregio e i produttori stessi.
Non sono però solo queste le novità in seno al Consorzio. Si appresta infatti a dare avvio ad un calendario ricco di iniziative e progetti. Tra questi quello che lancerà ufficialmente il 26 marzo al Vinitaly insieme al Consorzio del Soave e al Consorzio dei Campi Flegrei. Il progetto prende il nome di Vulcania e darà vita all’associazione delle denominazioni vulcaniche d’Italia. Nasce per riunire tutti i territori vulcanici del Paese, per sostenere e promuovere la viticoltura eroica, le caratteristiche comuni tra territorio e territorio e la particolare qualità di questa tipologia di vino. Il sipario sull’inedito percorso di promozione si alzerà sui bianchi vulcanici, con una degustazione che si terrà presso lo stand del Consorzio del Soave e che evidenzierà particolarità, differenze e assonanze.
C.d.G.