Antonio Rallo
Consorzio Doc Sicilia, si parte.
E’ stato depositato dal notaio Lunetta di Palermo lo statuto, la bozza definitiva, il documento indispensabile per l’avvio delle attività del Consorzio Doc Sicilia. Attualmente si attendono altri due step cruciali che renderanno operativo a tutti gli effetti il Consorzio perché si determinerà la rosa dei soci, chi prenderà parte al Consiglio di Amministrazione, e poi il peso di ciascun socio all’interno del Consorzio e le quote associative che verranno stabiliti con il regolamento elettorale. Questi e altri ingranaggi che finalmente faranno partire la macchina di promozione e tutela della Doc Sicilia si potranno mettere in moto solo quando saranno noti i dati di Agea, l'’agenzia per le erogazioni in agricoltura. Dopo il 15 gennario, termine ultimo dato ai produttori italiani per caricare le rivendicazioni di produzione nel sistema e quindi anche quelle a Doc, igt e vino sfuso, si saprà quanti sono i produttori che sull'Isola hanno rivendicato a Doc Sicilia, i viticoltori e i vinificatori che hanno prodotto con la nuova denominazione. Dato importantissimo che fotograferà la strada che il comparto siciliano ha deciso di intraprendere. L’ultimo aggiornamento provvisorio sulle superfici vitate per le quali si era richiesta l’idoneità alla denominazione ammontava a 40mila ettari, con la provincia di Trapani in testa per numero di ettari rivendicati, seguita da quella di Agrigento e di Palermo. E c'era un altro aggiornamento importante che dava a 3mila il numero di soggetti che hanno aderito al Consorzio tra viticoltori e trasformatori.
Intanto le regole di base per il funzionamento del Consorzio ci sono, si aspetta solo il via libera da Roma, da parte del Ministero delle Politiche Agricole. Dando una lettura allo statuto emerge un tratto saliente: il peso della figura del viticoltore, la figura più tutelata nel documento. Oramai considerata centrale nel settore vitivinicolo, come stabilito dalla Comunità Europea. La rappresentanza che avrà, per esempio in questo caso, all’interno del Consorzio Doc Sicilia sarà incisiva: il 35% nel Consiglio di Amministrazione dovrà essere composto da viticoltori.
Non potendo fare stime e previsioni precise su quanti hanno deciso di produrre a Doc, non si può nemmeno stabilire che forza avrà il Consorzio, come anticipa Antonio Rallo, presidente Assovini Sicilia: “Il Consorzio potrebbe diventare erga omnes – dice – qualora sia il quaranta percento la fetta di viticolutori che producono a Doc Sicilia e se l'intera produzione rivendicata toccherà il sessantasei per cento. A quel punto tutti i produttori siciliani dovranno corrispondere la quota di associazione al Consorzio obbligatoriamente perché tutti dovranno produrre con la nuova denominazione e sottoporsi alle regole dello statuto e del disciplinare di produzione”. Un caso, se mai tali codizioni sussisteranno, che preannuncia una rivoluzione epocale in termini di equilibri e prospettive di mercato.