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Scenari

Consorzio Doc Etna, si vota lo statuto, così cambia il peso dei soci

21 Dicembre 2012
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Oggi non c'è stata la fine del mondo, ma un cambio epocale potrebbe accadere sull’Etna.

Lo sapremo a conclusione dell’assemblea straordinaria del Consorzio Doc Etna convocata dal presidente Giuseppe Mannino (nella foto) che si terrà nel pomeriggio a Linguaglossa, al Teatro parrocchiale in via Monsignor Giovanni Previtera a partire dalle 15. Potrebbe cambiare il peso specifico di ciascun produttore consorziato, materia all’ordine del giorno sulla quale saranno chiamati a discutere e a confrontarsi i 62 soci. Cosa che preannuncia una rivoluzione del quadro produttivo del territorio se si considera quanto incida il voto su decisioni importanti che riguardano il comparto, il disciplinare di produzione e quindi il destino del vino stesso, il brand Etna. Dal ’92, dall’anno di costituzione del Consorzio, è valsa la proporzione “una testa un voto”. Adesso le cose potrebbero cambiare e il peso di ciascuno essere legato alla capacità produttiva, in base a tre parametri: gli ettari vitati, i litri ottenuti e le bottiglie prodotte.

Così riceverà un voto chi rivendica fino a due ettari di superficie vitata a Doc, e un ulteriore voto se ottiene da questo un quantitativo di litri di vino fino a un tetto massimo di 1.500 litri e ancora un voto se produce fino a 14 mila bottiglie; due voti andranno a chi possiede da 2 a 10 ettari, a cui andranno altri due voti se ottiene da 10.500 a 52.500 di litri di vino e ancora altri due se produce dalle 14mila alle 70mila bottiglie; così i tre voti spetteranno a chi coltiva oltre 10 ettari di vigneto a Doc Etna, a cui si sommerebbero altri tre se ottiene da questi più di 52.500 litri di vino e ancora tre se la produzione supera le 70mila bottiglie.   

Quello di oggi sará un passaggio delicato. Dal consorzio dipendono le decisioni che ricadranno su uno dei territori del vino più gettonati d’Italia se non d'Europa. Ricordiamo comunque che affinché le modifiche allo statuto diventino operative si attende sempre il via libera dal ministero delle Poltiche Agricole. 

C.d.G.