Agricoltura nazionale in rosa. A chiusura dell'anno il bilancio dice questo, secondo l'analisi di Coldiretti: le donne manager impiegate nel comparto agricolo sono salite a 300mila.
Ai vertici o nei posti chiave degli assetti societari di molte aziende italiane sono presenti più quote rosa. La tendenza è relativa al terzo trimestre del 2012 ed è stato tema centrale, spunto di riflessione su cui fare il punto della situazione in occasione della consegna al Ministero delle Politiche Agricole del premio De@Terra, promosso dall'Osservatorio Nazionale per l'imprenditoria e il lavoro femminile in agricoltura alle imprenditrici agricole della Coldiretti che si sono distinte per creatività ed innovazione.
Se per le donne in molti altri ambiti di lavoro il percorso della carriera è tortuoso e a volte costellato, ancora oggi, da discriminazioni, in agricoltura le possibilità di mettere in campo talento e competenze sono tante. Una impresa agricola su tre, il 29% (lo confermano i dati Unioncamere, Inps e Istat) è condotto da una donna. Inoltre ben 406 mila hanno trovato lavoro da dipendente, le assunzioni nel 2011 sono aumentate del 3%.
La spiegazione del successo delle donne in agricoltura starebbe nell'indole della donna. Sensibile alla qualità della vita e alla salute dell'ambiente, dotata di forza imprenditoriale e inclinazione all'innovazione. Spiega il profilo la Coldiretti in una nota: “Le donne hanno più successo nelle attività piu' innovative e multifunzionali, come dimostra il protagonismo delle donne nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica, negli agriturismi o nelle associazioni per la valorizzazione di prodotti tipici nazionali come il vino e olio. L’ingresso progressivo della presenza femminile nell’agricoltura italiana – ha certamente dato un forte impulso all’innovazione che ha caratterizzato il settore con l'ampliamento delle attività ad esso connesse come la trasformazione dei prodotti, la crescente attenzione al benessere, il recupero di antiche varietà, le fattorie didattiche, gli agriasilo, la pet-therapy, l’adozione di piante e animali on line e tante altre innovazioni in rosa che le aziende vincitrici, diffuse in diverse tutte le regioni, hanno come peculiarità”.
Tra le vincitrici del premio della Coldiretti: Stefania Corrocher che conduce l'Oasi Agrituristica di Baugiano a Quarrata, in provincia di Pistoia. Ha puntato tutto sulla didattica trasformando l’antico fienile in una vera e propria fabbrica di giocattoli contadini e creando diverse aree come l’agrizoo, l’ortolandia e il giardino dei profumi. Cinzia Dutto dell'azienda agricola agrituristica L’impronta a Moiola, in provincia di Cuneo, pioniera nella coltivazione di bambù interamente made in Italy e ha inventato la prima tisana al bambù per i bambini. Ilaria Marino a capo dell'azienda agricola agrituristica Bio Predio Potantino a Proceno, in provincia di Viterbo, si è dedicata al recupero delle antiche varietà di legumi a rischio d'estinzione come il Fagiolo del Purgatorio alla Roveja. Giulia Pitrelli dell'azienda agricola Pitrelli a Nova Siri, in provincia di Matera, ha avviato un virtuoso progetto di adozione di un albero o di un cucciolo rivolto ai consumatori. Iniziativa pensata per sensibilizzarli e incentivarli all'acquisto di forniture di prodotti alimentari di origine garantita con il miglior rapporto prezzo/qualità accorciando la filiera.
Coldiretti ha anche riconosciuto il merito a due imprenditrici: Elena Comollo, titolare della cooperativa agricola Agricoopecetto a Pecetto, in provincia di Torino, che ha messo in moto un sistema che le ha consentito di tagliare le intermediazioni e di associare solo i produttori del territorio che fanno un’agricoltura eco-compatibile, trasformando direttamente i prodotti nei laboratori aziendali; Lauretta Polidori, produttrice umbra che ha recuperato vitigni autoctoni vinificando in biologico, a Umbertide, nel perugino, con l'azienda Biovitivinicola Colle del Sole.
C.d.G.