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Scenari

Cloud e dark kitchen: a Milano la novità della ristorazione fa tendenza

17 Febbraio 2022
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di Gianluca Rossetti

Le cloud kitchen alla conquista di Milano.

Il periodo di pandemia ha aperto nuove frontiere nel mondo della ristorazione, e tanti imprenditori si sono lanciati nel nuovo business di cloud e dark kitchen. Un trend enogastronomico che sa riscontrando un grande successo, forse perché le persone non si sentono ancora sicure ad uscire tutte le sere, o forse perché ci siamo tutti un po’ affezionati a casa nostra. Una cena intima con prodotti di qualità sembra quindi essere sempre più apprezzata dal pubblico milanese. Kuiri megamix vuole candidarsi come front-name di questo nuovo movimento, e con le sue nuove idee prova a facilitare l’accoglimento dei gusti di quante più persone possibili. Kuiri è il primo servizio di kitchen sharing italiano, che permette di aprire la propria attività di food delivery in soli trenta giorni, con un investimento iniziale ridotto. Kuiri (che in esperanto significa “cucinare”) propone un modello di business strategico, in un momento in cui la ristorazione a domicilio sta registrando una crescita esponenziale; per effettuare in contemporanea più ordini da oltre dieci insegne di ristorazione (ne avevamo parlato in questo articolo>). Oltre agli spazi in condivisione, attrezzati con le migliori cucine professionali e personalizzabili in base alle proprie esigenze, il servizio prevede un sistema operativo 2.0 basato sulle più avanzate tecnologie – dalla fiscalità alla gestione degli ordini, dal marketing al packaging – con l’obiettivo di ottimizzare ogni aspetto del business.

A differenza delle dark kitchen tradizionali, Kuiri offre a ciascun ristorante virtuale una cucina a vista dotata di insegna e vetrina e di una finestra dedicata al servizio da asporto. Presente a Milano con tre location – la prima inaugurata in via California nel febbraio del 2021, la seconda aperta in via Melchiorre Gioia lo scorso aprile e l’ultima, operativa da qualche settimana, in piazza Carlo Erba, tutte provviste anche di dehors per l’eventuale consumazione in loco – la start up punta ad aprire, nell’arco di 24 mesi, fino a 60 “smart kitchen” su tutto il territorio italiano, prediligendo sempre i quartieri più vivaci delle città, ognuno con un bacino di utenti e con caratteristiche differenti, potendo così sfruttare la domanda elevata e il traffico pedonale intenso. Noi abbiamo provato differenti cucine, dallo street food greco a quello romano, dalla cucina della nonna a quella degli hamburger golosi; insomma, un’app che soddisfa tutti le tipologie di palato. A breve arriverà il servizio di delivery, per ora il tutto è ordinabile d’asporto e in loco; il piccolo dehors consente infatti di fermarsi e godere di un momento di relax in compagnia dei cibi di tutte queste cucine. Grazie all’utilizzo del sistema operativo Oracle, Kuiri è in grado di processare gli ordini con sei minuti di anticipo rispetto alla media dei ristoranti. Un’idea originale e innovativa, ma soprattutto di qualità: le tante tipologie di cibi proposti non tolgono spazio alla ricerca di ingredienti buoni e freschi, da parte di tutti i ristoratori coinvolti. Abbiamo mangiato degli ottimi falafel, una buonissima pita, dei supplì ben fatti, hummus e tzatziki molto fedeli alle ricette originali. Una buonissima novità per tutti gli amanti del genere.