Il caldo e il clima pazzo sconvolgono le api, considerate un indicatore dello stato di salute della natura, e la produzione di miele made in Italy è più che dimezzata rispetto alla media, per un totale quest'anno attorno alle 10 mila tonnellate.
E' quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che si tratta di uno dei risultati peggiori della storia dell'apicoltura moderna da almeno 35 anni. A provocare questa situazione è stato l'effetto delle diffuse gelate primaverili a cui ha fatto seguito il caldo e la siccità con i fiori secchi per la mancanza di acqua ed i violenti temporali estivi, senza dimenticare gli incendi che hanno fatto strage di decine di milioni di api. La preoccupazione riguarda anche il fatto che il lavoro delle api è importante non sono per la produzione del miele ma anche per l'impollinazione delle piante.
Il clima anomalo ha colpito i diversi tipi di mieli in pianura mentre si è salvato solo il raro miele di montagna. L'andamento produttivo di quest'anno fa peraltro seguito al raccolto già scarso dello scorso anno in cui era sceso ad appena 16 mila tonnellate. Il crollo dei raccolti nazionali apre le porte alle importazioni di miele di minore qualità con gli arrivi dall'estero che hanno già raggiunto oltre 7.000 tonnellate nei primi quattro mesi del 2017, secondo l'analisi Coldiretti su dati Istat. E se il trend sarà confermato sugli scaffali due barattoli su tre saranno stranieri. Circa 1/3 del miele importato viene dall'Ungheria ma un flusso consistente di oltre il 10% arriva dalla Cina, paese ai vertici per insicurezza alimentare.
C.d.G.