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Scenari

Clima, il vino non sarà più quello di oggi: “Nuove e più resistenti uve nei vigneti”

04 Gennaio 2018
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di Maria Giulia Franco

Occhio al calice con attenzione al cambiamento climatico che imporrà di coltivare nuove varietà di vite, più adatte all'aumento di caldo e siccità. 

A fare il punto è un team di ricercatori, secondo cui in futuro, al posto del Pinot Nero, potremmo bere un più resistente Xinomavro. Stando ad alcuni studi precedenti, il riscaldamento globale potrebbe far sì che nei prossimi decenni l'Europa meridionale diventi troppo calda per produrre vino di qualità. Ma il gruppo di scienziati guidato da Elizabeth Wolkovich, docente di biologia evolutiva ad Harvard, non è d'accordo. Anziché spostare le vigne al Nord – rinunciando a caratteristiche essenziali come il terreno, il fotoperiodo e l'esperienza dei vignaioli – si possono cambiare i vitigni. Il Pinot Nero e lo Chardonnay, ad esempio, sono varietà che maturano velocemente, adatte a luoghi freschi. Quando il termometro salirà, potrebbero essere sostituite da vitigni che hanno bisogno di estati lunghe e calde, come il greco Xinomavro o il Monastrell, di origini spagnole.

Con 1.100 vitigni a disposizione, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Eppure nel Nuovo Mondo, dagli Stati Uniti all'Australia, il 70%, 80% dei vigneti è piantato con appena 12 varietà, mentre in Cina il Cabernet Sauvignon rappresenta da solo il 75% del totale produttivo. La causa principale è la globalizzazione del mercato. “Nel Nuovo Mondo il consumatore chiede una bottiglia di Pinot Nero o di Cabernet”, spiega Wolkovich, anche se il gusto varia enormemente in base all'area di produzione. Nel Vecchio Continente la situazione è diversa, c'è l'arte di miscelare mosti e vini. In Europa meridionale le varietà presenti sono più numerose. Esistono però delle norme stringenti. Per produrre lo Champagne, ad esempio, è autorizzato l'uso di nove vitigni, ma il grosso lo fanno il Pinot Meunier, il Nero e lo Chardonnay. Per i vini di Borgogna si usano Pinot Nero e Chardonnay con Gamay e Aligoté. Il messaggio lanciato ai viticoltoriè quello di sperimentare nuove varietà, di vitigni per la prossima generazione.