Promuovere i vini in Cina, ma farlo in maniera coordinata. E’ quanto ha detto Amedeo Scarpa, responsabile Ice Pechino nel corso della presentazione del’iniziativa promozionale “Top Italian Wine & Spirit”, insieme a Federvini, Rete diplomatica, Enoteca Italiana e Unione italiana Vini.
La Cina in sei mesi nel 2016, ha importato per oltre 1,3 miliardi di euro “tanto quanto il valore registrato dalla Svizzera in tutto lo scorso anno – ha detto Scarpa – Le importazioni in Cina sono cresciute del 36 per cento e i vini italiani si sono difesi bene conquistando la loro fetta di mercato”.
Ma se il mercato è pieno di potenzialità, presenta anche delle difficoltà, come la richiesta, da parte del Governo cinese, di tracciare la provenienza dei vini tramite un sistema ancora tutto da verificare. Per non parlare dei continui controlli alla dogana all’ingresso nei vari scali cinesi. L’Europa, quindi, deve muoversi e deve farlo in fretta per non farsi trovare impreparata sul tema tracciabilità. Ma per il vino italiano ci sono altri problemi. La varietà dei vini. Come spiegare ai cinesi la differenza tra Chianti, Prosecco, Barolo o Etna? Per questo Ice e il ministero dello Sviluppo Economico stanno mettendo in piedi una strategia, in coordinamento con l’ambasciata, per la promozione dei vini italiani in Cina. Ice, Mise, Federvini, Unione Italiana Vini, Enoteca Italiana e Rete Diplomatica si occuperanno dell’iniziativa nelle varie città della Cina dove verranno formati 80 nuovi ambasciatori del vino italiano. Si tratta di sommelier, blogger, opinion maker, giornalisti, divulgatori che hanno visitato lo scorso anno alcuni dei territori enologici italiani più belli e importanti. Obiettivo, dunque, la formazione. Dopo Shanghai e Canton, poi Chengdu, l’iniziativa è sbarcata a Pechino.
Ma non è tutto, perché il colosso Alibaba lancerà il Festival del vino il prossimo 9 settembre sulle principali piattaforme di e-commerce.
C.d.G.