Oltre il 40% dei ristoranti di lusso ha cessato l'attività. Calo drastico del fatturato nazionale del 60%
L'alta ristorazione in Cina è in crisi.
La campagna anticorruzione ha messo in ginocchio i locali più rinomati e prestigiosi. Il volume di affari, in questa nicchia, è diminuito del 60%. Tante le testimonianze sul crollo del business che tocca molti ristoranti di lusso, tra cui anche una che giunge dal nord della Cina, da Pingyao County nella provicnia di Shanxi, dal ristorante del Juguangju Hotel, da sempre frequentato da Vip, dal jet set della politica, location per le cene ufficiali di governo. Proprio il direttore dell'hotel, Li Hongijn ha dichiarato che oramai il ristorante “a malapena sopravviver”. I servizi di catering di lusso starebbero subendo una pesante frenata. E anche il fatturato globale di questa attività è calato del 20% rispetto al 2012, secondo i dati aggiornati diramati dall'ufficio statistiche della provincia.
I ricavi dei servizi di alta ristorazione, come mostra un sondaggio condotto dalla Cina Cuisine Association, sono stati solo del 9 per cento nel 2013, il livello di crescita più basso degli ultimi 21 anni se si pensa allo sviluppo costante che questo segmento ha vissuto dal 1978, anno dell'exploit dell'economia cinese.
Nello scenario attuale molti locali sono in agonia adesso e altrettanto hanno cessato l'attività. Il 40% di club e hotel di lusso hanno chiuso l'anno scorso. Altro dato allarmante illustrato da Tu Jianqiu, presidente esecutivo dell'associazione dei ristoratori di Hengyang, città che si trova nella provincia di Hunan. “Il lusso non è più la strada da percorrere”, ha poi dichiarato Yan Kaixian, presidente di Cuisine Association di Taiyuan.
Di contro, affiorano nuove tendenze che stanno conquistando gourmet e habitué dell'alta cucina, come la cucina casalinga o i bistrot per i giovani.
C.d.G.