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Scenari

Chiaretto, ecco come cambierà

20 Novembre 2014
chiaretti chiaretti

Somiglierà ai bianchi, con un color rosa tenue e sentori aromatici e floreali.

 Farà il suo debutto in società domenica 8 marzo 2015, con l’Anteprima alla Dogana Veneta di Lazise, ma la svolta radicale per il rosato gardesano è già in corso. E porterà ad un chiaretto tutto nuovo. 

Su invito del Consorzio di tutela del Bardolino, infatti, larga parte delle aziende produttrici proporrà da quest’anno un Chiaretto dal colore rosa molto scarico, sul modello dei rosé della Provenza. Negli ultimi sei anni, infatti, le tonalità si sono fatte progressivamente meno cariche e più brillanti, mirando, attraverso un costante miglioramento delle dotazioni tecniche di cantine, ad una stabilità di colore che oggi fa sì che il Chiaretto si presenti del tutto integro anche nel secondo anno, presupposto fondamentale alla destagionalizzazione delle vendite e alla crescita sul mercato. E, come è stato possibile scoprire in anteprima dall’apertura delle vasche di una trentina di produttori, durante una giornata organizzata dal Consorzio e dedicata ad una ristretta cerchia di giornalisti, il lavoro per identificare i livelli di tono di rosato è stato complicato e lungo. Si è però arrivati ad identificare tre tonalità di rosa di riferimento. 

Ma non cambierà solo il colore. Anche il quadro organolettico è andato modificandosi, passando dai toni vinosi ad una fitta presenza di piccoli frutti come ribes, marasca, ciliegia a prima maturazione e mirtillo, a sentori di mela croccante, a vene erbacee, ad una tessitura speziata che mette in luce la cannella, lo zenzero e il chiodo di garofano. “Si tratta di una vera rivoluzione” commenta Franco Cristoforetti, presidente del Consorzio “che trae origine dal particolare andamento climatico di quest’estate. Se, infatti, normalmente l’area del lago di Garda, patria del Chiaretto, presenta un clima di tipo mediterraneo, quest’anno il meteo è stato di tipo nordico, mettendo a dura prova i viticoltori, che hanno dovuto affrontare la più difficile annata che si ricordi a memoria d’uomo. Abbiamo deciso quindi di agire di conseguenza, applicando al Chiaretto le tecniche in uso a latitudini maggiori della nostra, spingendoci a produrre quasi dei blanc de noir, e cioè dei vini quasi bianchi ottenuti da uve rosse”.
 

Scelte quelle del Consorzio che permesso alla denominazione di affermarsi come leader italiano nella produzione di vini rosati a denominazione di origine sotto il profilo quantitativo, ma anche di portare stabilmente varie etichette di Chiaretto ai vertici delle graduatorie di settore, conquistando ad esempio i gradini più alti del podio sia al Mondial du Rosé, sia al Concorso Nazionale dei Vini Rosati, oppure i premi d’eccellenza da parte di alcune guide di settore. Inoltre, nonostante un’estate caratterizzata da condizioni meteo poco favorevoli al consumo di vini rosati, il 2014 ha fatto segnare un incremento delle vendite di Bardolino Chiaretto del 14,5%, rispetto all’anno precedente, attestandosi intorno ai 7 milioni di bottiglie complessive, con una proiezione su fine anno che si aggira intorno ai 9,5 milioni di bottiglie, per un giro d’affari che raggiunge i 30 milioni di euro. “Va osservato, poi, che il consumo del Bardolino Chiaretto è andato destagionalizzandosi nell’ultimo triennio” chiarisce Angelo Peretti, direttore del Consorzio “ormai, almeno nell’area di produzione, non è più raro che questo vino accompagni ad esempio i menù delle festività natalizie.
Un trend di vendita in progressiva e continua crescita, che ha visto salire i consumi dal 2008 al 2012, passando da 6 milioni di bottiglie a più di 10 milioni, per poi assestarsi intorno ai 9 milioni lo scorso anno e tornare a crescere nel 2014”.

Per quanto riguarda i mercati di sbocco, poi, i principali Paesi acquirenti continuano ad essere Austria e Germania, che insieme all’Italia rappresentano oltre l’80% dei consumi. In crescita però anche gli ordini dalla Francia, che per alcuni produttori rappresenta già il terzo Paese di destinazione delle vendite, dalla Scandinavia e dall’Olanda, da registrare poi anche i primi significativi ordini dagli Stati Uniti, segno che è possibile fiorisca un mercato per il Chiaretto anche oltre Oceano.

Elisa Costanzo