(Giovanni Manetti, Eugenio Giani e Carlotta Gori)
di Federico Latteri, Firenze
Parola d'ordine: “soddisfazione”. Questo il fil rouge che unisce gli interventi di Giovanni Manetti presidente del consorzio Chianti Classico, Carlotta Gori direttore del consorzio Chianti Classico ed Eugenio Giani, presidente del consiglio regionale della Toscana.
I tre hanno salutato i numerosi giornalisti presenti all'ultima giornata della Chianti Classico Collection che si chiuderà stasera alla stazione Leopolda di Firenze, rimarcando i numeri, da record (sia per presenze di aziende, che di visitatori) e il successo, ormai lanciato, del Chianti Classico in giro per il mondo. “Oltre duecento aziende con 700 etichette – dice Carlotta Gori – e stimiamo che alla fine saranno oltre diecimila le bottiglie stappate in questi giorni del nostro evento. Mi preme sottolineare la grande presenza delle etichette premium, ossia del Chianti Classico Riserva e della Gran Selezione. Senza dimenticare i festeggiamenti di due importanti anniversari, come i 20 anni della Dop Olio Chianti e i 50 anni della Chianti Classico Expo di Greve in Chianti, una delle manifestazioni dedicate al vino più longeve delnostro paese”. Poi la Gori ha rivolto un ringraziamento ai due nuovi ambasciatori del Chainti Classico, ossia Daniele Cernilli alias DoctorWine e il tedesco Jens Priewe.
Il legame al territorio per i produttori di questa meravigliosa area della Toscana è fondamentale. Tanto che quest'anno, il simbolo del Chianti Classico, dipinto di solito di nero, ha preso i colori del territorio chiantigiano. “Il nostro vino viene esportato in 130 paesi nel mondo – dice Giovanni Manetti – E i dati sono sempre in crescita, segno di un dinamismo importante della nostra denominazione”. Il paese principale per il mercato estero del Chianti Classico rimangono gli Stati Uniti in cui finisce il 34 per cento della produzione totale del vino: “E la mancata appolicazione dei dazi, grazie al lavoro della diplomazia europea – commenta Manetti – ci fa ben sperare ancora di più per il futuro”. Segue il Canada con il dieci per cento e, a sorpresa, il Regno Unito che fa segnare un aumento della quota export, che passa dal 5 al 7 per cento nonostante la Brexit. “Nell'ultimo anno – spiega Manetti – il Chianti Classico è stato apprezzato dalla critica e dalla stampa specializzata di tutto il mondo. Sono davvero orgoglioso di rappresentare gli oltre 500 soci di questo consorzio. Qui la coesione, ormai, viene vista come una visione, un elemento fondamentale per la crescita e per andare avanti. Mi piace sottolineare come aumenti la vendita dei nostri prodotti Premium, che è passata dal 37 al 42 per cento per la Riserva e la Gran Selezione. Un'attenzione alla scelta della qualità massima da parte del consumatore, ma soprattutto la crescita in valore del Chianti Classico che si ripercuote in maniera positiva su tutta la filiera, con l'aumento del valore delle uve del 10 per cento e il fatturato di vendita generale aumentato, negli ultimi tre mesi del dieci per cento. Solo la Gran Selezione ha fatto registrare un aumento delle vendite del 15 per cento”.
Sull'annata 2019, anche se molto presto, Manetti ha detto: “Annata classica, con vini equilibrati che evolveranno bene – dice il numero uno del consorzio – Il ciclo vegetativo in alcuni periodi dell'anno è stato un po' rallentato e c'è stata dunque una maturazone più lenta, ma migliore. Sono state raccolte uve di grandisima qualità e la quantità è aumentata. I vini saranno molto longevi, un prodotto di pregio, ne sono certo”. “I paesaggi e la presenza di numerosi castelli sono il valore aggiunto per il territorio del Chianti Classico – ha detto Eugenio Giani – C'è sempre una stretta sinergia tra la Regione e il consorzio. Sarebbe davvero importante se questo territorio riuscisse a diventare il decimo patrimonio Unesco della Toscana”. Ma, per il momento, non risultano candidature del territorio per la world heritage list dell'Unesco.