di Emanuele Scarci
Il Consorzio di tutela Bolgheri Doc diventa Consorzio di tutela Bolgheri e Bolgheri Sassicaia.
“Il nuovo nome dovrebbe essere operativo da domani sul nostro sito – annuncia Riccardo Binda, direttore del Consorzio toscano – Il nuovo logo avrà due versioni: una tondeggiante e una orizzontale, ma entrambe con il celebre viale dei cipressi che sarà in azzurro. Peraltro nel logo, i cipressi sembrano specchiarsi nel mare, quello del nostro territorio”. Secondo disciplinare, la produzione di Bolgheri Sassicaia è consentita in una specifica zona del comune di Castagneto Carducci, per un vino con almeno l’80% di Cabernet Sauvignon e una resa massima di 70 quintali/ettaro. E’ prodotto esclusivamente dall’azienda Tenuta San Guido, che possiede tutti i vigneti all’interno dell’area delimitata dalla Doc. Nella zona della Doc Bolgheri operano quasi esclusivamente viticoltori-imbottigliatori che chiudono il ciclo di produzione di uva-vinificazione e imbottigliamento. Sono assenti cantine sociali e cooperative.
Perché utilizzare il nome di un produttore, peraltro celebre, nel nome di una Denominazione collettiva?
“In realtà non c’è nulla di nuovo: nel nome legale c’è il termine Sassicaia. Alla fine del 2013, con la pubblicazione del decreto del Mipaaf, il Sassicaia si staccò dalla Doc Bolgheri (di cui era sottozona sino dal 1994, anno di nascita della Doc), diventando una Doc autonoma. Oggi però la ricomprendiamo nel nome del Consorzio”.
Non ci sono pratiche burocratiche da esperire?
“Nessuna. Ed è stato già tutto approvato”.
Ma gli altri produttori concordano nel mettere il nome di vino prodotto da un’unica cantina, per quanto trainante, nel nome di una Doc collettiva?
“Qui sta la lungimiranza dei produttori di Bolgheri. Sono un corpo unico che vuole valorizzare, promuovere e difendere la viticoltura di qualità nel territorio. Del resto in qualsiasi territorio se si chiedesse di inserire il nome Sassicaia nel nome della Doc lo voterebbero il 99,9% dei soci”.
Cambiamo tema: il doppio lockdown e la chiusura dell’Horeca sta massacrando i vini di pregio: quali sono i numeri della Doc Bolgheri?
“A tutto ottobre l’imbottigliato calava del 9%. L’Italia è in sofferenza, ma resistono i mercati esteri dove l’off trade è consolidato. Per esempio, la Scandinavia, in parte la Germania, il Canada”.
Ora però c’è l’incognita dei consumi di Natale…
“Sì, è tutto un punto interrogativo. E a far male non è tanto il lockdown quanto l’incertezza: è impossibile pianificare qualsiasi strategia. Si naviga a vista”.