di Maristella Vita
Certamente è una bella notizia.
“Casa Paladin”, l’azienda veneta guidata dalla famiglia Paladin da quasi cinquant’anni e che ha nel suo bouquet produttivo oltre a Bosco del Merlo (Friuli) e Paladin (Veneto) anche le belle realtà di Castello Bonomi (Franciacorta) e Castelvecchi (Chianti Classico), realizzerà in collaborazione con l’Università di Padova, l’Università di Milano e il Crea (Ente di ricerca ministeriale nel settore agroalimentare), un laboratorio a cielo aperto all’interno di un “vigneto didattico” di 10.000 metri quadri, “Il Tempo della Vite”, che illustrerà tutte le fasi evolutive della vigna dove si coniugheranno passato e futuro sostenibile. Una scelta che nasce ovviamente da un percorso, da una crescita, da una scelta. Ne parliamo con Roberto Paladin, titolare col fratello Carlo e tutta la famiglia Paladin della omonima Casa vinicola, dove ormai sono operativi nell’organizzazione anche le loro nuove generazioni. “Infatti siamo convinti – afferma – che la generazione presente debba soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i loro”.
(L’area dove sorgerà il vigneto didattico “Il tempo della Vite”)
Per farlo avete definito un innovativo progetto, chiamato “delle 4V”, in cosa consiste?
“Ognuna delle cantine di Casa Paladin – Castello Bonomi (Franciacorta), Castelvecchi (Chianti Classico), Bosco del Merlo (Friuli) e Paladin (Veneto) – si impegna a portare avanti pratiche virtuose previste nel progetto, i cui principi base sono, in estrema sintesi, rispettare le “4V”: certamente la Vite, ma contemporaneamente proteggere il Verde, produrre un Vino sostenibile, tutelare la Vita”.
Operativamente in cosa vi impegnate?
“Abbiamo messo a punto un disciplinare. Per la Vite: Intervenire meno e meglio; Concimazioni effettuate solo con compost organico o sovescio a filari alterni; Nessun utilizzo di diserbanti chimici; Potatura solo manuale e in campo; Lotta integrata per la difesa del vigneto e riduzione al minimo dell’utilizzo di fitofarmaci e trattamenti fitosanitari (un esempio è il metodo della confusione sessuale, usata per prevenire malattie originate dalla Tignoletta); Partecipazione al progetto Life Vitisom, che prevede l’utilizzo della Vrt (Variable Rate Technology – tecnologia a rateo variabile) per la distribuzione della sostanza organica, permettendo un approccio “plant to plant” nella cura del vigneto.
Per il Verde: Proteggere, Riciclare, Ridurre × Partecipazione al progetto BioPass (Biodiversità, Paesaggio, Ambiente, Suolo e Società): monitoraggio e valutazione della biodiversità di flora e fauna nei vigneti in collaborazione con lo Studio Agronomico Sata; Inerbimento dei vigneti; Produzione di vini vegani, nel contenuto ma anche nel packaging, evitando colle di origine animale; Utilizzo di depuratori biologici per la gestione delle acque reflue; Impegno ad utilizzare bottiglie poco pesanti, tappi ecocompatibili e riciclabili; Utilizzo di energia fotovoltaica nell’impianto di recente rinnovo presso Paladin e Bosco del Merlo, e adozione in tutte le cantine di strumenti moderni per la riduzione degli sprechi e la produzione di energia rinnovabile; Vendemmia durante le prime ore del giorno per evitare il sovraccarico dell’impianto frigorifero.;
Per il Vino: Garantire l’espressione del potenziale naturale dell’uva; Utilizzo di tecniche non invasive per trarre dalle uve il loro originario patrimonio organolettico e nutritivo; Utilizzo in cantina di pratiche di recupero e di tecnologie per il risparmio energetico; Controllo del prodotto in fase di trasformazione, per garantire l’assenza di residui fitosanitari; Modulazione e controllo costante della temperatura durante la fase di fermentazione; Attuazione di tutti i processi, dalla raccolta dell’uva alla trasformazione del mosto in vino, in un sistema inertizzato, in modo da non avere ossidazione del prodotto e preservarne il patrimonio di aromi primari, con uso di solfiti a ridotto del 50% rispetto ai limiti legali; Certificazione Ifs per l’intero processo in cantina, uno standard che garantisce la qualità e la sicurezza dei sistemi produttivi.
Per la Vita: Lavorare per il benessere dei collaboratori e della societá; Creazione del progetto Life in Rosè a sostegno delle le attività di Lilt (Lega Italiana Lotta Tumori) di Treviso, devolvendo parte del ricavato delle vendite di Pinot Grigio Rosé e Prosecco Doc Rosé Brut Bosco del Merlo alla campagna Nastro Rosa; Impegno in strategie di employer branding per creare un ambiente positivo, indagando costantemente sulle criticità e le aree di sviluppo dell’azienda; Promozione di collaborazioni con enti del territorio e Università, per sviluppare la ricerca, l’innovazione e creare una rete virtuosa”.
(I semi che verranno usati per completare la biodiversità agraria del nuovo parco)
Per concludere spieghiamo il senso del parco “Il Tempo della Vite”.
“Questo vigneto didattico racconterà al grande pubblico l’essenza del legame tra il vino e il suo territorio attraverso un viaggio che vede come protagonisti la vite, la sua coltivazione, l’uva con le sue caratteristiche variegate e da ultimo il vignaiolo. Il Tempo della Vite, spiega Roberto Paladin, sarà un parco vitato di 10.000 metri quadri strutturato in due aree: una storica e una che guarda al futuro. La prima rappresenterà l’evoluzione delle forme di allevamento nella storia della viticoltura, dalla vite strisciante fino ad arrivare alla forma tipica dell’alto Veneto, la bellussera, e al moderno guyot. La parte tecnologica invece metterà in evidenza le tecniche agronomiche all’avanguardia per una produzione sempre più sostenibile per l’ambiente. A conclusione del percorso ci sarà una galleria che permetterà di esplorare il mondo sotterraneo per capire e comprendere l’importanza del suolo, della microflora e della microfauna in esso presente. Al suo interno verranno creati dei punti d’osservazione sperimentali sulla vite così da poter osservare la risposta della pianta agli stimoli naturali quali luce e umidità. Il parco sarà aperto a tutti i visitatori della cantina ma anche agli studenti, da quelli delle scuole primarie fino a quelli dell’Università. Grazie al coinvolgimento di uno studio di architettura e di una paesaggista, elementi naturali e antropologici verranno messi a sistema per poter garantire al fruitore un’esperienza unica che coinvolge insieme i sensi con colori, profumi e suoni diversi.