Nella zona costiera del Sud Est della Sicilia, tra la provincia di Ragusa e di Siracusa, viene coltivato un prodotto in “controstagione” rispetto alle altre regioni d’Italia e agli altri Paesi d’Europa: è la carota novella di Ispica Igp. Negli altri areali questo ortaggio viene coltivato durante il periodo estivo e raccolto in autunno mentre il ciclo di questa carota inizia con la semina nel mese di settembre e la raccolta dal primo febbraio, grazie al clima mite delle temperature invernali e le ore di luce solare, presenti nel territorio siciliano. Nel 2010 nasce il Consorzio di Tutela Carota Novella di Ispica che riunisce 12 produttori che rappresentano oltre il 50% dei coltivatori delle zone interessate, mentre dall’anno successivo la carota novella di Ispica entra nel registro ufficiale europeo dei prodotti a Indicazione Geografica Protetta (Igp).
Un sapore dolce e sempre croccante: questo ortaggio deve necessariamente essere raccolto dal primo febbraio al 15 giugno e arriva sui banchi della grande distribuzione e dei mercati entro tre giorni. La particolarità che lo contraddistingue dagli altri prodotti è quindi la freschezza. “Mi piace pensare – dice Massimo Pavan, presidente del Consorzio – che questa carota ispiri l’arrivo della primavera”. Il Consiglio di amministrazione è stato appena rinnovato, a febbraio 2024, e riconfermato. Oltre al presidente c’è la conferma dei due vicepresidenti Carmelo Calabrese della azienda Colle d’Oro e Carmelo Calabrese dell’azienda Fonteverde e la nomina di Giovanni Assenza e Giulia Criscione come consiglieri. “Questo dimostra il buon lavoro fatto finora dal Consorzio”, dice il presidente.
Nel 2023 sono stati certificati 35mila quintali di carote novelle Igp vendute nel mercato e nella grande distribuzione, ma l’obiettivo per il 2024 è quello di superare i 40mila quintali. “A causa del cambiamento climatico – racconta Pavan – abbiamo iniziato la raccolta un po’ prima rispetto al previsto. La siccità persistente ci ha creato non pochi problemi, e noi possiamo solo sperimentare nuove tecniche, imparare e metterle in campo. Quest’anno abbiamo dovuto spendere molti soldi per i sistemi di irrigazione”. La qualità, secondo Pavan, resta però a un alto livello proprio perché artificialmente l’acqua non è mancata. La carota novella viene venduta per il 95% in Italia, ma il Consorzio sta cercando di far conoscere meglio il prodotto siciliano: “Facciamo fatica a oltrepassare le alpi – dice Pavan – perché rispetto all’Italia c’è meno attenzione per il marchio Igp. Nel nostro Paese, ormai, il cliente si è fidelizzato a un prodotto di qualità e vede l’Igp proprio come sinonimo di pregio e valore”. Due prerogative che il Consorzio vuole portare avanti. Nel 2023 la carota novella di Ispica ha avuto un incremento di mercato sui volumi del 6%, un dato positivo che contrasta quello negativo dei consumi dell’ortofrutta in Italia che ha visto un -14%.
Da poco sono state fatte le modifiche al disciplinare, con l’introduzione della IV gamma (prodotti ortofrutticoli freschi lavorati, pronti al consumo, confezionati, con una vita a scaffale di una settimana dal confezionamento) e V gamma (prodotti cotti e confezionati con conservazione che arriva a 15 giorni). “In questo modo – conclude Pavan – riusciamo a ottimizzare meglio gli scarti di lavorazione, perché il prodotto destinato alla trasformazione è lo stesso del fresco, ma che non soddisfa le caratteristiche di forma e dimensioni di quel mercato. Quindi, nell’ambito di una riduzione dello spreco alimentare, abbiamo inserito questo nuovo canale commerciale che sicuramente ci aiuterà a ridurre gli scarti e a dare maggiori risposte ai nostri produttori”.