Tre ministeri e l’Anci (Associazione Comuni) uniscono i loro sforzi per combattere il caporalato dando un colpo di acceleratore al Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura ed avviando anche una mappatura delle situazioni più critiche sul territorio.
Sono gli obiettivi del protocollo d’intesa firmato al Viminale dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, da quello delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli e dal presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, Enzo Bianco. “In passato ci sono stati eventi drammatici – ha ricordato Lamorgese – ma nel frattempo sono anche state portate avanti iniziative importanti, come l’accordo, il primo in Italia, con la Regione Puglia e la prefettura di Foggia per mettere a disposizione moduli abitativi per 1.300 migranti impiegati come lavoratori agricoli. E progetti analoghi sono stati promossi per la piana di Gioia Tauro, in Calabria e per Saluzzo (Cuneo). Dalla sinergia tra le istituzioni nascono risultati positivi”.
Orlando ha definito il protocollo d’intesa “un passo molto importante nel contrasto ad un fenomeno odioso. Il metodo seguito è quello della sinergia, che è l’unico modo per agire in modo incisivo. Il ministero del Lavoro si impegna a supportare i Comuni nell’attuazione del Piano triennale anche attraverso una mappatura puntuale, condotta insieme all’Anci, per individuare le aree più esposte al rischio verso le quali indirizzare gli sforzi per assicurare soluzioni alloggiative dignitose. Oltre all’aspetto repressivo servono anche misure premiali per le aziende che aderiscono alla rete del lavoro agricolo di qualità. Bisogna incentivare i comportamenti virtuosi”. Il ministro ha quindi voluto ricordare che il 13 luglio del 2015 moriva Paola Clemente, mentre era la lavoro nei campi ad Andria. “Il caporalato – ha sottolineato – riguarda anche i nostri connazionali. Un pensiero a lei e alla sua famiglia, lavoratori sfruttati da persone senza scrupoli”.
Patuanelli, da parte sua, ha parlato di “due questioni” riguardo al caporalato: , “quella patologica, che compete in particolare al ministero dell’Interno, alle forze dell’ordine e quella strutturale che non può non tenere conto della difficoltà di mantenere il reddito per gli imprenditori agricoli. E allora – ha proseguito – bisogna incidere con incentivi contro le pratiche sleali, in modo che gli imprenditori possano dare lavoro dignitoso ai propri dipendenti”. Per Bianco, infine, “un Paese civile non può tollerare situazioni come quelle che esistono non solo nel foggiano ma anche in tanti altri posti ed i Comuni faranno la loro parte fino in fondo. Fra pochi giorni avvieremo la mappatura del territorio per capire la situazione reale, quante sono le presenze, dove sono dislocate, in modo da attivare le azioni più efficaci”. Il protocollo d’intesa è stato sottoscritto anche dal presidente della Coldiretti e del Consiglio direttivo dell’Osservatorio agromafie, Ettore Prandini e dal Segretario generale Flai-Cgil Giovanni Mininni.
C.d.G.