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Scenari

Caporalato in Piemonte, il consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani: “Parte civile nei processi”

18 Luglio 2024
La piaga del caporalato La piaga del caporalato

Caporalato in Piemonte, il consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani: “Parte civile nei processi”

Riceviamo e pubblichiamo

Come è oramai noto, continua l’impegno del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani nello sviluppare soluzioni strutturate rispetto al problema della ricerca e gestione della manodopera in vigneto. Il dialogo con tutti gli enti del territorio e della filiera coinvolti continua e si è rafforzato, per sconfiggere una piaga come quella del caporalato che investe tutto il mondo agricolo occorre lavorare in squadra e che ognuno si assuma le proprie rispettive responsabilità. Il 9 aprile si è firmato il protocollo di intesa con la Prefettura di Cuneo volto principalmente a far emergere situazioni di sfruttamento lavorativo e sensibilizzare, imprese e lavoratori, sul fenomeno. Lunedì 15 luglio abbiamo presentato i risultati di Accademia della Vigna e lanciato la seconda annualità. Stiamo lavorando per incrementare il numero dei soggetti che operano in modo virtuoso e implementare così la white list delle cooperative già in possesso dei produttori. Infine, l’impegno nel sensibilizzare le aziende continua da parte nostra.

Stante gli ultimi casi di cronaca di caporalato e di sfruttamento di persone, il Consorzio ha deciso che si costituirà parte civile nei confronti dei soggetti che si macchiano di questi odiosi reati. Ribadiamo infatti che è obiettivo nostro tutelare le denominazioni, e promuoverle, sotto molteplici aspetti: tecnici ed etici in primis. Non possiamo quindi permettere che per le colpe di pochi si infanghi il lavoro di tutti e si getti un’ombra così scura sull’operato di aziende virtuose che tutelano i propri collaboratori e il territorio. Questa è un’assunzione di responsabilità nei confronti delle cantine e dei consumatori finali, che richiedono trasparenza. Il Consorzio lavorerà altresì affinchè le aziende colpevoli vengano estromesse dall’associazione: chi si macchia di questi reati non dovrebbe poter fruire delle denominazioni del territorio.

 

 

 

Virginia Piazza

 

 

 

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