Una cantina su tre ha aggiornato il proprio sito aziendale. Ma si fa poco sull'attività del canale di vendita online e dei video
Nell'ultimo anno una azienda vinicola su tre (33%) ha migliorato il proprio sito web e diventano più frequenti (+10%) gli aggiornamenti dei canali YouTube.
Ma se cresce l'attività social e i video, l'e-commerce proprietario è ancora utilizzato da pochi (2 su 26, come nel 2015) e Wikipedia, spesso tra i primi risultati offerti ai navigatori dai motori di ricerca, risulta ancora scarsamente utilizzata, solo da 3 aziende su 26. E' quanto emerso dalla terza edizione della ricerca condotta da FleishmanHillard che ha analizzato nel mese di aprile 2016 la presenza e le attività online delle prime 26 aziende vinicole italiane per fatturato secondo l'ultima indagine Mediobanca.
Oggi 24 aziende su 26, precisa lo studio, offrono informazioni e percorsi di navigazione almeno in due lingue, precisa lo studio a conferma della forte propensione all'export del comparto. Per l'edizione 2016, nella classifica sul “gusto digitale del vino italiano” si conferma sul gradino più alto Compagnia De' Frescobaldi, seguita da Mezzacorona che raggiunge la seconda posizione, Masi Agricola che si conferma al terzo posto mentre P. Antinori s'insedia al quarto. Chiude la top5 Casa Vinicola Zonin.
L'analisi della frequenza di aggiornamento, secondo ricerca condotta da FleishmanHillard, ved in calo Facebook e Twitter. Su YouTube il 27,7% delle aziende con un account ha pubblicato video nell'ultimo mese contro il 17,6% del 2015, mentre il 70% delle aziende che possiedono un account Instagram aggiorna i contenuti con cadenza almeno settimanale.
Aumenta poi nei siti aziendali, dal 18% del 2015 al 53% del 2016, il riferimento al territorio, inclusi enoteche, degustazioni e canali commerciali consigliati. In particolare, le aziende di Trentino Alto Adige, Toscana, Veneto e Piemonte si sono focalizzate sulla trasformazione del percorso di acquisto in una vera e propria esperienza del vino, vissuta non più come sola degustazione ma come vero e proprio turismo enogastronomico.
“Sono in costante aumento – conclude Massimo Moriconi, di FleishmanHillard Italia – le indicazioni da parte delle aziende vinicole circa enoteche e percorsi di degustazione consigliati, vale a dire momenti e luoghi capaci di massimizzare l'incontro tra brand e consumatori. Impegno che controbilancia uno scenario e-commerce caratterizzato invece da pochissimi brand che se ne occupano direttamente e da molti intermediari”.
C.d.G.