di Maristella Vita
Aumenti del costo della vita e inflazione oscurano l’orizzonte del 2022, ma non a Negrar (VR, in Valpolicella), dove splende il sole.
È tempo di bilanci anche per Cantina Valpolicella Negrar, che chiude l’esercizio 2020/21 nel miglior modo possibile, con una crescita del 14% rispetto l’anno precedente e un fatturato consolidato di 43.200.000 euro. La crescita del fatturato si deve al mix “nuovi mercati, Gdo e on-line”, che negli anni della pandemia ha premiato le cantine che hanno saputo gestirlo al meglio, compensando l’inevitabile calo subito dal canale ristorazione, per la coop vinicola veronese pari ad un -30%. Conferma Daniele Accordini, enologo e Dg: “Oltre ad aver consolidato i nostri mercati di riferimento – Germania e monopoli nord europei – abbiamo instaurato nuovi rapporti economici con Bielorussia, Azerbaigian, Brasile, Guatemala, Messico, Cipro, Repubblica Ceca e Romania. Le vendite nella grande distribuzione sono cresciute in valore e volume (+25 %), in quanto c’è una maggiore richiesta di vini di fascia medio-alta. L’e-commerce è letteralmente esploso, segnando un +350%”.
Vino sempre più sostenibile.
Altro cambiamento irreversibile è l’accelerazione della digitalizzazione, che ha portato a nuove modalità di approccio ai clienti. “Facciamo via web anche degustazioni, alcune in notturna, con Argentina, Brasile, Stati Uniti. Il contatto personale è sempre importante perché il vino ha bisogno di socialità, ma in questo modo il vino è diventato anche più sostenibile”, chiosa Accordini. Sostenibilità, un vanto per la cooperativa, primo produttore di vini bio per estensione di vigneti in Valpolicella: su un totale di oltre 700 ha, dai 139 ha del 2020, nel 2021 il vigneto organico è arrivato a cica 150 tra ettari certificati e in conversione, ora anche nel territorio del Bardolino.
Un nuovo investimento a San Pietro in Cariano (VR).
Si tratta di uno stabilimento di 5 mila metri quadri per la messa a riposo di uve per l’Amarone e il Recioto. “Un investimento – afferma orgoglioso Renzo Bighignoli, presidente di Cantina Valpolicella Negrar – fatto per dar maggior valore al lavoro dei nostri 244 soci e all’azienda. Dai 4mila quintali di uve messi in appassimento nel 1990, siamo arrivati nel 2021 a metterne oltre 30mila. Numeri che parlano di come la cantina sia diventata nel tempo un punto di riferimento nella pratica di questa tecnica millenaria”.