I colori del paesaggio italiano ma anche di quello mondiale stanno cambiando sempre più e anno dopo anno la situazione peggiora. Il nemico da combattere è il cambiamento climatico. Lo urlano a gran voce gli agricoltori che giorno dopo giorno riscontrano “sul campo” le ripercussioni del fenomeno in continuo peggioramento.
A Pitti Taste>, la kermesse a Fortezza da Basso, a Firenze, che accoglie le eccellenze dell’enogastronomia italiana, si discute in un talk del problema. “Il cambiamento climatico esiste – dice Gerardo Diana, presidente del Consorzio Arancia Rossa di Sicilia – e lo dimostrano i gradi di questa estate. Vicino Caltagirone, proprio dove lavoriamo, sono stati certificati 46 gradi con danni anche alle piante centenarie bruciate”. Gli effetti del cambiamento climatico si vede nella grandezza del frutto. Anno dopo anno le arance sono sempre più piccole e questo può avere degli effetti pratici soprattutto per la grande distribuzione. Il consorzio, che accoglie oltre 6500 ettari e che unisce 34 comuni, si impegna quotidianamente per provare a combattere il problema. “Veniamo da tre anni di siccità – dice ancora Diana – e nel nostro piccolo oltre a produrre arance abbiamo fatto irrigazione a goccia, usando i droni per capire le necessità delle piante ma alla tecnologia affianchiamo l’uomo. Ogni mattina dico ai miei soci che dobbiamo impegnarci per fare tutto ciò che è di nostra pertinenza. Stiamo facendo nuovi pozzi con mappe geologiche di precisione, cerchiamo di fare tutto quello che umanamente è possibile anche se l’avversario è molto più forte di noi”.
A fargli eco c’è Bernardo Gozzini, amministratore unico del Consorzio LaMMa, il laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale e che svolge il servizio di previsioni meteo per la Regione Toscana: “Usciamo da un 2023 che a livello mondiale è stato il più caldo di sempre, anche il 2024 dovrebbe seguire questo andamento. Sembra ci sia un’accelerazione del riscaldamento. Anche la quantità di pioggia è cambiata, oggi si concentra in 3/4 mesi”.
Il cambiamento climatico crea così problemi anche sull’aumento dei prezzi dei prodotti che compriamo: “Le previsioni meteo – continua Gozzini – hanno fatto un grande avanzamento. Oggi si può vedere se ci sono le condizioni ottimali per lo sviluppo dei sistemi ma c’è ancora da migliorare sugli errori che riguardano soprattutto per l’intensità delle precipitazioni”.
Meteorologia e il sistema di protezione civile sono i maggiori alleati del mondo dell’agricoltura che oggi si prepara a una sfida. “La delocalizzazione – conclude Diana – per l’agricoltura sarebbe un gran peccato perché farebbe perdere le nostre peculiarità. La sfida è coltivare prodotti non nostri come mango e caffè. Il Made in Italy non è una cosa comune, dobbiamo preservarlo”.