“I cambiamenti climatici hanno già avuto effetti negativi sui viticoltori umbri, nel 2017 ad esempio il raccolto delle uve si era più che dimezzato e non era stato di grande qualità”.
Lo ha detto all’Ansa Alberto Palliotti, docente del Dipartimento di Scienze agrarie alimentari e ambientali dell’Università di Perugia a margine di un convegno che si è tenuto a Orvieto su “Cambiamento climatico e stress estivo – nuove strategie per a gestione del vigneto”. Un momento formativo, organizzato dall’enologo Maurilio Chioccia, che ha visto la partecipazione di una quarantina di produttori da varie regioni. “Siamo chiamati a fare i conti con ondate di calore che superano i 35-40 gradi all’ombra – ha spiegato Palliotti – e questo crea fotoinibizione, bruciature degli acini, disidratazioni spinte che arrivano anche a mettere a rischio la stessa sopravvivenza dei vigneti”. Tra i rimedi che possono mitigarne gli effetti c’è, secondo il docente, “il caolino, una sorta di argilla bianca che viene spruzzata sulle chiome delle viti e crea una patina bianca che riflette la luce e abbassa le temperature anche di 8-10 gradi”. Suggerimenti che l’esperto ha fornito ai produttori insieme ad altri accorgimenti tecnici.
Alla domanda se invece è pensabile andare sempre più verso una viticoltura sostenibile, Palliotti ha spiegato che dipende “dalle condizioni ambientali. In zone collinari, ben esposte e ventilate si può fare un’ottima viticoltura sostenibile con quasi zero chimica, nei fondovalle con terreni e vegetazioni vigorose è praticamente impossibile”.
C.d.G.