Non è un momento roseo per lo Champagne.
Un po' in tutta Europa e anche in Italia calano le vendite. Il clima di austerità pesa sulle bollicine d'oltralpe, icona della joie de vivre. Il consumo è sceso, questo trand negativo comincia a pesare sui grandi gruppi, come Moët Hennessy, della holding del lusso Lvmh, che ha denunciato un rallentamento delle vendite nel 2013, con un aumento dei volumi del 2% quando l'anno prima viaggiava ad una percentuale di crescita, sempre in termini di volume, del 4%. Detiene oltre a celebri fine wines, come Château d’Yquem, anche i quattro grandi marchi della Champagne, Moët & Chandon, Dom Pérignon, Veuve Clicquot, Mercier, Krug, Ruinart.
Nei paesi asiatici sembra invece che le cose vadano meglio, secondo gli ultimi dati aggiornati dati dall'International Wine & Spirt Research e confermato anche dai vertici della Moët Hennessy. Sono mercati in espansione che crescono velocemente segnati da una forte domanda. Soprattutto in India la richiesta di Champagne e vini spumante sta aumentando, anche se rappresenta solo il 4% del consumo generale di vino. Anche gli Usa rimangono un mercato importante per la Champagne, e qui continuano a dominare Veuve Clicquot e Dom Perignon.
Maria Giambruno