(ph Vincenzo Ganci)
La Brexit ormai è realtà. Questa settimana sarà determinante per le operazioni necessarie per comunicare la volontà del Regno Unito di lasciare l'Unione europea.
Una presa di posizione che di certo avrà delle conseguenze. E già gli inglesi si sono accorti del diverso peso monetario della sterlina e di come i prezzi di alcuni prodotti siano schizzati verso l'alto. I colloqui a Bruxelles sono cominciati lunedì. A coordinare il tavolo tecnico Michel Barnier, il principale negoziatore della Commissione dell'Unione europea. Dall'altro lato David Davis e la sua squadra . Di Brexiti si è parlato, ovviamente, anche a Bordeaux, nel corso di VinExpo. Perché le conseguenze dell'uscita dal'Unione del Regno Unito, a cascata di ripercuoteranno in tutto il mondo europeo del vino. E non solo. Al convegno di Bordeaux hanno preso parte, tra gli altri, Jean Marie Barillère, responsabile dell'Associazione europea dei vini e presidente dell'Unione delle case di Champagne, Miles Beale, direttore generale dell'Associazione commerciale Wine & Spirit Trade nel Regno Unito, Andrew Shaw, direttore di acquisto di gruppo Conviviality, il più grande distributore di vino nel Regno Unito, Sean Allison, economista ex Merrill Lynch originario della Nuova Zelanda e ora titolare di Château de Seuil a Graves, Bordeaux. Il mercato britannico rappresenta il 25 per cento delle esportazioni del vino dell'unione europea. E vale circa 2 miliardi di eruo l'anno. Il regno Unito è il secondo importatore di vini al mondo. E tra l'altro è un mercato che sta diventando sempre più fatto da gente esperta che chiede e vuole qualità. Un mercato molto attraente. Ci si chiede cosa succederà. Ma tutti concordano su un fatto: sarà necessario fermarsi a riflettere per non farsi cogliere impreparati.
C.d.G.