di Mauro Ricci
Il Movimento Birrario Italiano, ma anche quello europeo e statunitense, sono in agitazione per un susseguirsi di eventi che stanno sconvolgendo chi vive questa avventura della birra artigianale con spirito “puro” e pieno di passione.
Ultima in ordine di tempo, prima volta per l’italia, la multinazionale AB-Inbev, 40% del mercato mondiale della birra, che ha acquistato il primario birrificio artigianale italiano Birra del Borgo di Leonardo di Vincenzo, di cui si è già parlato qui. Era stato preceduto da alcuni colleghi americani acquistati negli scorsi anni dalla stessa società. E’ interessante cercare di capire le motivazioni di questi eventi,almeno nel nostro paese. Certamente la veloce crescita dei consumi di birra artigianale puo’ impensierire negli Stati Uniti, dove ci sono città in cui il 40% dei consumi di birra è artigianale, ma non cosi’ in Italia. Potrebbe pero’ essere un’azione preventiva quella italiana.
Ma cosa ha indotto Birra del Borgo a vendere la società? Oltre alle maggiori possibilità offerte da una controparte così ricca e potente, è probabile che ci sia una questione legata all’impresa, alla sua gestione alla cultura sull’argomento spesso incerta nel nostro paese. La difficoltà a fare “rete”, a sostenere gli opportuni investimenti per aziende piuttosto piccole e spesso sottocapitalizzate con un sistema creditizio tendenzialmente inadeguato, puo’ suggerire o costringere a cercare soci più robusti per proseguire a svilupparsi o piu’ semplicemente a sostenere gli investimenti gia’ fatti. I grandi gruppi ne approfittano per crearsi anche loro una linea dell’alta qualità e creatività.
Rispetto a quanto fatto in passato, in cui gli acquisti avevano quasi sempre lo scopo di eliminare la concorrenza o incorporare l’azienda per entrare in un mercato ancora inesplorato o difficile, oggi sembra che le politiche siano orientate alla conservazione e valorizzazione degli acquisti fatti con molteplici garanzie di continuità libertà creativa e valorizzazione dell’essenziale patrimonio umano. Rimane, però, la quasi certezza che la modesta “cultura di impresa” nel nostro paese sia il punto piu’ delicato anche della piccola imprenditoria birraria.
La Sicilia è, in questo senso, quasi un caso da studiare. Era l’anno 2003. La Sicilia mostrava una promettente fioritura di birrifici. Se ne contavano almeno 7. Bastarono pochi anni perché di questa realtà rimanesse ben poco, un birrificio (Paul-Bricius) e un brew- pub (La Caverna del Mastro Birraio), il resto dissolto o in via di chiusura. Indagando sulle motivazioni di questo andamento negativo, si vede con una certa chiarezza che non mancava la competenza tecnica e di creatività per fare buone birre, ma non esistevano invece le minime cognizioni necessarie alla gestione. Solo gli anni dopo il 2008 vedono un risorgere di iniziative nuove più attente all’impresa, al confronto, realtà appassionate, decise ad affermarsi con proprie peculiari caratteristiche. Da quell’anno è stato un susseguirsi di avviamenti di birrifici e beer firm, via via sempre più promettenti. Giovani homebrewer o più agguerriti professionisti davano e danno vita a nuove imprese con piglio piu’deciso e chiarezza di idee.
In questo panorama rinnovato il decano, padre nobile dei birrifici siciliani resta sempre Paul-Bricius & Company, nato nel 2004, che si è trasformato ora in azienda agricola per approfittare di condizioni e normative più vantaggiose per l’impresa. Ha sede nella città di Vittoria, in una villetta già abitazione di famiglia, ma con il progetto di trasferirsi in una più ampia installazione. Tutta l’attività è proseguita, e prosegue, con un piglio assolutamente artigianale. L’impianto è autocostruito, a cielo aperto, senza automatismi, con operazioni completamente manuali: esiste solo una pompa elettrica per i vari travasi, la sala cottura è a fiamma diretta. Quattro soci, divenuti recentemente tre, che nel tempo hanno affinato e consolidato una produzione, che partendo da ispirazioni belghe, si esprime oggi in ricette assolutamente originali. Fabrizio Traina, l’anima dell’impresa e delle birre, ha guidato la società nella trasformazione in azienda agricola, che coltiva l’orzo in terreni particolarmente vocati con l’obiettivo di creare una malteria, la prima nell’isola e per tutta l’isola. Le birre prodotte sono sei. Una, la Special Grape Ale, presentata già con successo al Salone del Gusto 2014, con mosto d’uva a bacca rossa fatto fermentare, nella proporzione di un terzo con il mosto d’orzo: il risultato è fresco, leggermente vinoso, allegro, profumato, con una piacevole acidità dove gli aromi del vino, del malto e del luppolo si presentano in un piacevole equilibrio. Tutte le birre usano il malto ottenuto dal proprio orzo: sono fresche, morbide, asciutte, di buona bevuta. Riposante e ricca di note maderizzate è la ’Mpardist ale, una barleywine (letteralmente “vino d’orzo”) che matura e si ossida nei tini per almeno due anni e poi viene fatto rifermentare in bottiglia. È una birra “da divano”un poco sensuale, che migliora con l’invecchiamento. L’ultima nata,una birra “di abbazia”, Hora Benedicta Abbey Ale realizzata in collaborazione, per la speziatura e la ricetta, con il convento di San Martino delle Scale di Monreale, in provincia di Palermo. È una stout dai sentori molto officinali, scorrevole e di buona bevuta. La distribuzione commerciale è affidata a operatori locali e il prodotto si trova con discreta facilità quasi ovunque,anche nei circuiti della ristorazione.
Restando ancora a Vittoria, Paolo Licitra, con una esperienza presso Paul-Bricius ha aperto un suo birrificio nel 2011 avviando una produzione che dimostra una non indifferente originalità creativa e una attenta impostazione aziendale: questa è l’unica attività lavorativa del birraio. I buonissimi vini di questa parte della Sicilia hanno influenzato la fantasia di Licitra che ha definito la sua impresa Cantirrificio (cantina e birrificio) Vittoria. Le sue tre birre non seguono stili di tradizione, ma vogliono creare un piccolo mondo caratterizzato da prodotti, che ricordano il vino rimanendo rigorosamente birre. “Grazie Mille” è stata la prima birra prodotta e rappresenta un risultato ragguardevole in cui alcool, aromi di agrumi e spezie e una schiuma più da spumante che da birra esprimono qualcosa che appaga per la freschezza e la contemporanea ricchezza di aromi e sapori. Questa impressione è confermata dalle due birre che hanno fatto seguito, la Tempora, la più vinosa, ambrata con lievi sensazioni di caramello e arancia. Anche nella terza, la Marinette, si riscontrano caratteristiche omogenee alle precedenti, anche se viene dichiarata “saison”, il più libero degli stili, che consente una piacevole conferma di questo modo così personale di Paolo Licitra.
Lasciamo Vittoria e ci inoltriamo nello stupendo mondo dei monti Iblei e del grande barocco e andiamo a Modica dove troviamo l’antica lavorazione del cioccolato “a freddo”, tecnica derivata dagli Aztechi attraverso gli Spagnoli nel ’600. Oltre ai molti laboratori del cioccolato ci aspetta il birrificio Rocca dei Conti-Tarì, inaugurato nel 2010 da Luca Modica e Fabio Blanco, reduci da una lunga militanza come homebrewer. L’azienda, dopo le prime incertezze si è assestata su una gestione abbastanza attenta e una produzione di otto birre tutte di ragguardevole qualità. Due sono le birre leggere di facile bevuta, Hell e Oro (pilsner), ma soprattutto la Trisca, una blanche di ispirazione belga, giocata sulle note di un grano autoctono, il russello, che dà una lieve acidità, e di una piacevole speziatura (buccia di limone, coriandolo, basilico appena raccolti) che restituiscono una birra fresca molto accattivante. Legata al territorio la Giacchè, fatta con aggiunta di mosto d’uva “giacchè”, antico vitigno abbandonato del modicano. Il mosto è molto presente e dona alla birra i suoi profumi freschi di frutti di bosco e la nota cromatica (è uva a bacca nera),la birra si mantiene in un buon equilibrio vinoso in armonia coi malti e il lieve amaricante del luppolo. Birra di confine. Qirat (carato) caratterizzata da sentori di carruba e di malti tostati che nel nome vuole evocare antiche ascendenze aromatiche arabe legate al territorio. Il cioccolato modicano ispira la più singolare delle birre di questo birrificio, la Tarì Bonajuto, fatta in collaborazione con il più antico cioccolatiere di Modica. Birra scura, con aggiunta di fave di cacao che la rendono complessa, ma molto personale, con una piacevole astringenza data dalla fava di cacao, che la rende asciutta alla bevuta,un poco ruvida. La distribuzione dei prodotti del birrificio riesce oggi a raggiungere buona parte della regione,obiettivo non facile per evidenti motivi logistici e di comunicazione fra le varie parti dell’isola.
A Nicosia, fra Nebrodi boscosi e Madonie nevose troviamo un birrificio, fra i molti emergenti, il 24 Baroni dei fratelli Consentino, nato da poco più di un anno e che ha già realizzato insieme a birre più consuete di ottima qualità, una eccezionale al miele di sulla, la Bionda II, che con malti chiari aggiunta di mais e avena raggiunge un buon livello di semplicità ricchezza di profumi aromi e sapori in un perfetto equilibrio che soddisfa una bevuta allegra gradevole seducente.I titolari del birrificio,fratelli gemelli entrambi addottorati in economia e gestione aziendale lascia bene sperare per la crescita dell’impresa e della sua accorta e corretta gestione.
Scendendo verso il Tirreno a Sinagra, sugli ultimi contrafforti dei Nebrodi ci aspetta un altro birrificio, coevo di 24 baroni, Epica che con Cerere e Eolo, una bianca e una in stile American pale ale emerge con qualità assai buona. In questo anno e mezzo di attività è stata fatta una birra di Natale, notevole realizzazione di prestigio. Anche qui ci si attende, insieme a una produzione in crescita qualitativa e a iniziative assai interessanti, come l’avvio della coltivazione di alcune varietà di luppolo,una gestione aziendale attenta ai conti e alla produttività.
Diverso è il momento che vive a Sant’Agata di Militello il birrificio Irias, avviato nel 2013 dopo lunga militanza come homebrewer (quindici anni) da Salvatore Blandi, agronomo con altri quattro soci tutti entusiasti e sperimentati anche come imprenditori,con un progetto chiaro e ben supportato. Le birre sono di sicura buona fattura ciascuna con decisi connotati, “Indica” al fico d’india con un piacevole equilibrio fra i sentori del frutto i malti i luppoli .Le altre, tutte orientate a sfruttare con sapienza componenti come lo zibibbo, le spezie (coriandolo, zenzero e buccia d’arancia) nell’idea di dare una sensazione di uno stretto legame con l’ambiente naturale in cui si vive. La bevuta è sempre facile e la gamma dell’offerta tocca tutti i temi più interessani dalle fresche chiare e leggere alle scure, più dense di sapori e profumi. Il birrificio è affiancato da un locale per la mescita e uno spaccio per la vendita delle birre.
Possiamo concludere questo primo giro sulla produzione birraria in Sicilia citando i due brewpub più affermati, il longevo Caverna del Mastro Birraio, nato nel 2004 ad Acireale in provincia di Catania e Oktoberfest di Cefalù, in provincia di Palermo, nato nel 2012. Questo tipo di impresa si caratterizza per avere il locale di somministrazione come luogo primario per la vendita della birra e quindi l’impresa di produzione è sorretta sinergicamente dal locale. Le birre della Caverna, tutte di alta fermentazione sono di facile bevuta con la proposta di stili variamente ispirati all’europa, mentre da Oktoberfest, secondo l’esperienza pluriennale in Germania di Nino Drago, il birraio, la proposta è tutta di ispirazione tedesca con birre di bassa fermentazione.
In entrambi i locali si trovano birre di buona fattura con qualche eccellenza nelle produzioni di più facile bevuta, tutte fresche gradevoli dissetanti. Altri birrifici appena nati o che stanno per nascere o un poco più defilati, ma che vanno consolidandosi, o il fenomeno delle “beer firm” (birrai che producono su impianti non propri), consentono di sperare in una vera “rinascenza” della birra artigianale in Sicilia. Intanto continueremo a seguire le evoluzioni del settore e a descriverle cercando di diffondere contemporaneamente la cultura di questo mondo affascinante e ancora così poco conosciuto.
INDIRIZZI
Paul-Bricius & Company
via Duca D’Aosta 16-18, Vittoria (RG)
0932 1910082
www.paulbricius.com
Cantirrificio Vittoria
via Dell’Euro 17, Vittoria (RG)
339 3405292
www.birravittoria.com
Rocca dei Conti-Tarì
c.da Michelica/zona art., Modica (RG)
0932 903701
www.birratari.it
Birrificio 24 Baroni
c/da S.Onofrio, Nicosia (EN)
0935 646737
www.birrificio24baroni.it
Birrificio Epica
area art c.da Filippello, Sinagra (ME)
333 4056644
www.birraepica.it
Birrificio Irias
Via Rosmarino,84-98070 Torrenova(ME)
Tel.:0941 785710
www.birrairias.com
Oktoberfest Cefalu’
Contrada vallone di Falco ss113
Tel.:091423195
www.oktoberfest-cefalù.it
La Caverna del Mastro Birraio
Via Sclafani,40-Aci Reale (CT)
Tel.:095 80350219
www.lacavernadelmastrobirraio.it