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Scenari

Bio, in Italia è record di consumi grazie alla Gdo

01 Ottobre 2020

Sono interessantisimi i dati del rapporto “Bio in Cifre 2020”, presentato dall’Ismea all’incontro organizzato da Coldiretti per l’ufficializzazione del rapporto annuale del Sinab (Sistema di Informazione Nazionale sull’agricoltura biologica) che registra i principali numeri del settore in Italia.

Il primo dato che emerge è il record di consumi domestici di alimenti biologici, che raggiungono la cifra record di 3,3 miliardi di euro per effetto di una crescita del 4,4% a giugno 2020, sotto la spinta della svolta green degli italiani favorita dall’emergenza Covid-19. La situazione emergenziale – sottolinea la Coldiretti – ha consolidato una tendenza alla crescita del settore che va avanti da oltre un decennio. Si conferma la spinta che la grande distribuzione organizzata sta imprimendo al mercato biologico mostrando, durante il lockdown, un incremento delle vendite nei supermercati dell’11%. Gli italiani tendono a premiare il biologico nel fresco con aumenti del 7,2% per gli ortaggi e in alcune categorie specifiche come le uova che crescono del 9,7% nelle vendite secondo l’Ismea.

Sul piano produttivo, come scrive il Sole24Ore, l’Italia è nel 2019 il primo Paese europeo per numero di aziende agricole impegnate nel biologico dove sono saliti a ben a 80.643 gli operatori coinvolti (+2%) mentre anche le superfici coltivate a biologico sono arrivate a sfiorare i 2 milioni di ettari (+2%). Da sottolineare peraltro l’aumento delle importazioni di prodotti biologici da Paesi extracomunitari con un incremento complessivo del 13,1% delle quantità totali nel 2019 rispetto all’anno precedente, con cereali, colture industriali e frutta fresca e secca in primo piano, con un’incidenza rispettivamente di 30,2%, 19,5% e 17%. I tassi di crescita delle importazioni bio più rilevanti si sono registrati nei settore delle colture industriali (+35,2%), dei cereali (16,9%) e per la categoria che raggruppa caffè, cacao, zuccheri, tè e spezie (+22,8%).

“L’agricoltura biologica nel nostro Paese rappresenta una realtà significativa e dovrà giocare un ruolo da protagonista nel prossimo futuro – dice il ministro Teresa Bellanova – Vogliamo che il biologico poggi le sue basi su fondamenta forti e lo diciamo con chiarezza: se qualcuno in Europa pensa di far aumentare le superfici a biologico abbassando il livello delle regole, in modo da fare diventare tutto biologico, noi non ci stiamo. Siamo ben disposti a lavorare verso una crescita del settore, bisogna però tener conto delle peculiarità di ciascuno Stato membro e della crescita possibile in ogni realtà. Soprattutto non vogliamo che una crescita indistinta avvenga a discapito delle regole sulla qualità delle produzioni, che noi vogliamo siano sempre più rigorose e attente. Tutto il nostro agroalimentare si poggia e si radica, sulla distintività e sulla eccellenza della qualità e il biologico deve essere una delle punte di diamante, in un’ottica di tutela dell’ambiente e della biodiversità. Se abbassiamo l’asticella delle regole, se riduciamo il rigore del controllo sul biologico facciamo un favore ai competitor delle nostre aziende e danneggiamo tutto il sistema agroalimentare italiano”.

“L’Italia è uno dei maggiori importatori di alimenti biologici da Paesi extracomunitari da dove nel 2019 ne sono arrivati ben 210 milioni di chili di cui quasi 1/3 dall’Asia”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel precisare che “occorre dare al più presto seguito alla raccomandazione della Corte dei Conti europea che invita a rafforzare i controlli sui prodotti biologici importati che non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli Europei”. “E’ fondamentale – ha detto il ministro Bellanova – mantenere sempre alta l’attenzione sulle garanzie per i consumatori e sul rispetto delle regole da parte degli operatori. Un settore in così rapida crescita è infatti molto esposto a rischio di frodi. Sui controlli ho sempre chiesto di migliorare il lavoro, aumentare le verifiche, tenere un rapporto di collaborazione attivo con le imprese. La qualità e la sicurezza del bio passano anche da un efficiente sistema di controlli. E l’Italia anche su questo è all’avanguardia. Vogliamo mercati aperti dove esportare le nostre eccellenze, ma con regole chiare e rispettate da tutti. Particolare attenzione oggi poniamo anche alla possibilità che le innovazioni tecnologiche (come ad esempio la blockchain) possono portare al sistema di controllo per il biologico. L’innovazione deve essere a servizio del miglioramento di tutto il comparto”.

C.d.G.