Una svolta epocale per Barilla che nei suoi biscotti Galletti useranno l’olio di girasole e non più complicato l’olio di palma.
Lo ha fatto sapere Paolo Barilla, presidente di Aidepi, l’associazione dei produttori dolciari, ferma sostenitrice del grasso vegetale fino allo scorso maggio. Aumentano così fino a 50 i prodotti del Mulino Bianco senza il controverso grasso vegetale. E presto se ne aggiungeranno degli altri, dai pani ai biscotti fino alle merendine. Insomma la multinazionale di Parma è destinata a diventare un produttore “palm oil free”. E anche gli altri big del dolciario di casa nostra saranno costrette a iniziare il percorso o a completarlo. Non fosse altro che per una questione competitiva e di marketing.
L’olio di palma è stato inserito dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare nella black list dei prodotti a rischio. E su cui, prima o poi, Bruxelles dovrà prendere una decisione. Peraltro in queste settimane anche la piemontese Balocco ha iniziato a fare a meno dell’olio di palma per i suoi biscotti.
L’Italia è un grande importatore di olio di palma con 1,6 milioni di tonnellate nel 2015 utilizzato da alimentare, biochimico, farmaceutico e altri settori: secondo l’industria l’olio di palma è un prodotto “duttile” (non si ossida ed evita l’uso di conservanti) che si presta per la produzione di merendine, negli snack salati e nelle creme spalmabili. Nonostante l’olio di palma sia molto importante decine di grandi marchi italiani hanno deciso di toglierlo dalle ricette: una questione di marketing che ha fatto guadagnare a qualche player frazioni di quote di mercato. Anche perché sarebbe rischioso insistere dopo che colossi della distribuzione come Coop, Esselunga e Conad si sono chiamati fuori.
C.d.G.